Questa mattina la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), un organo di monitoraggio indipendente istituito dal Consiglio d’Europa, ha diffuso un allarmante rapporto sull’Italia. Il rapporto concentra la sua attenzione sul persistere di razzismo e xenofobia, ma non dimentica le discriminazioni per orientamento sessuale, e rileva una crescita del “ricorso a discorsi di stampo razzista in politica" e della diffusione di pregiudizi. E’ un paese che boccheggia tra “pene meno severe per i reati di incitamento all’odio” e “scarsità di denunce”. Ecri ricorda l’attenzione delle istituzioni europee alla lotta a ogni discriminazione, anche per orientamento sessuale, e alla promozione dei diritti di tutti. Gli stessi diritti che difende il nostro dettato Costituzionale “che implica la rimozione di fatto delle limitazioni all’uguaglianza e il perseguimento dell’obiettivo ultimo della “piena” autodeterminazione dell’individuo”. Arcigay, richiamandosi proprio alla Costituzione, rivendica l’approvazione di leggi contro discriminazioni e omofobia e per la promozione dei diritti-doveri delle famiglie composte da persone dello stesso sesso, unisce idealmente la sua voce a quella che emerge dalle raccomandazioni dell’ente. Tra queste, quelle urgenti come “valutare l’efficacia delle attuali disposizioni penali in materia di incitamento all’odio e di rafforzarle” anche a riguardo della tutela della comunità omosessuale e trans e la richiesta al Governo di “accrescere il ruolo dell’UNAR, in particolare estendendone formalmente i poteri, in modo che la legislazione pertinente copra chiaramente non solo la discriminazione basata sull’origine etnica e la razza, ma anche quella fondata sul colore, la lingua, la religione, la nazionalità e l’origine nazionale” e orientamento sessuale.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay