La scrittura non è solo narrativa, arte, poesia, la partitura che studia un attore, o la cronaca che leggiamo ogni giorno sui quotidiani. E’ uno strumento, che in mani abili, può portarci nel cuore stesso di noi, può aiutarci a superate momenti difficili, irrisolti, paure, situazioni che ci frenano. A Roma il prossimo 3 aprile presso lo spazio di via dei Tizii 3, a S. Lorenzo alle 20,30, è in programma un incontro per entrare in un mondo fatto d’inchiostro che racconta la nostra vita e ci aiuta a cambiarla in meglio. A tenerlo sarà Giovanni Porta, psicoterapeuta, poeta ed attore.
“Da anni mi occupo di scrittura – spiega Giovanni Porta – Grazie alla scrittura, io stesso, prima dei miei pazienti, sono spesso riuscito a esprimere emozioni e pensieri che albergavano in me ma non che non trovavano una strada di uscita, la scrittura è stato ed è per me un mezzo espressivo fondamentale, mi aiuta a dire e a dirmi ciò che c’è di importante che si aggira dentro di me, mi aiuta a scegliere una direzione".
La scrittura può avere varie forme: la narrativa permette di raccontare storie, la poesia di andare dritti alle emozioni. "Ho notato – continua – come entrambi questi aspetti siano fondamentali nella mia pratica di psicoterapeuta. Partiamo dalla poesia. Molte persone sembrano anestetizzate, incapaci di associare parole a quello che sta loro avvenendo; da questa dinamica possono nascere intense sensazioni di solitudine, "nessuno mi capisce", il problema è che è naturale che nessuno mi capisca se io ho grosse difficoltà a esprimere e quindi condividere quanto mi accade. Un utilizzo di tecniche poetiche, l’approdo ad un linguaggio evocativo, non preciso e descrittivo permette di aggirare l’ostacolo: le metafore, le immagini sono mezzi potentissimi per evocare un’emozione, per far capire il vissuto di chi scrive senza che questa debba scendere in dettagli spesso difficili da trattare".
La prosa, invece, permette di scrivere storie. "La nostra identità – spiega – ha molto a che fare con la storia di cui ci sentiamo protagonisti. Consapevolmente o meno, ognuno di noi vivendo si racconta una storia, e proprio come un romanziere sceglie alcune parole piuttosto che altre, ovvero dà una coloritura affettiva agli eventi che descrive. Coloritura affettiva, in altre parole il sapore del nostro vivere: se siamo abituati a narrare la nostra vita in maniera noiosa oppure eccessivamente drammatica, difficilmente saremo felici. Proprio come scrittori, è importante nel lavoro terapeutico risvegliare il coraggio e la curiosità, operare scelte: andare nella direzione di ciò che ci incuriosisce e che ci immaginiamo abbia un buon sapore, piuttosto che accontentarci della solita minestra, cioè delle solite parole che sono molto comode da usare ma non sanno di nuovo".
L’associazione tra scrittura e psicoterapia della gestalt porta i partecipanti a lavorare su se stessi, sul modo in cui percepiscono sé e il proprio mondo, e su quello che desiderano ottenere, sulla direzione dove hanno voglia di andare. Ritrovare un gusto piacevole nel vivere avendo il coraggio di essere proprio se stessi, non quello che ognuno crede o ha imparato a essere. Il sentire della poesia per arrivare a ciò che è davvero mio, la prospettiva della narrativa per arrivare a scrivere una storia interessante".
Nel laboratorio di Roma sarà presentato un assaggio di queste tematiche, dando modo ai partecipanti di familiarizzare un po’ con la "scrittura che trasforma".
In seguito, il 14 e 15 aprile il dott. Porta terrà, insieme alla dott.ssa Fabiana Gigliola, anche lei psicoterapeuta esperta di scrittura creativa, un workshop di due giorni ad Anesano (LE), all’interno del quale si lavorerà in maniera più diffusa ed approfondita sulla scoperta di sé tramite la scrittura