Le donne e il cambiamento che verrà

"Portatrice di amore, maestra di compassione, costruttrice di pace, comunicatrice di calore e umanità", queste le parole chiave dei discorsi fatti da Benedetto XVI a favore delle donne durante il suo viaggio in Medio Oriente. Quindi, nei posti dove più la donna è emarginata, per nulla valorizzata se non addirittura violentata nella sua dignità e nella sua essenza, il mite ma anche coraggioso Pontefice è andato a portare la sua parola di speranza. Troppo facile infatti parlare di donne e della loro libertà dove tutto ciò è scontato; cosa ben diversa è invece parlare del ruolo delle donne nei luoghi più complicati del pianeta a conferma che quando c’è da ristabilire i diritti essenziali della Persona è la Chiesa a sobbarcarsi l’onere. In occidente invece bisognerebbe fare altri ragionamenti e cioè che le donne non devono essere in concorrenza con gli uomini e che non è necessario affatto prevaricare i secondi per dimostrare la grandezza delle stesse. Che le donne siano biologicamente superiori agli uomini sfido chiunque a non ammetterlo. Basta osservare la propria compagna di vita per capire che solo lei è capace di essere contemporaneamente moglie, madre, lavoratrice, casalinga, e chissà quante altre cose ancora. E tutto in maniera encomiabile.
Dice Alessandro D’Avenia a proposito dei ruoli genitoriali in un articolo apparso su La Stampa il 16 Marzo u.s.: "Freud ha chiarito una volta per tutte che il padre è colui che pone il limite, mentre la madre eliminerebbe ogni ostacolo sul cammino del figlio. Il padre insegna che la vita va resa sacra (sacrificata) per qualcosa o qualcuno, mentre per la madre è la vita stessa del figlio ad essere sacra. La madre dà la vita, il padre invece ricorda che c’è la morte: quindi la vita va spesa per qualcosa. Sono necessari entrambi per l’equilibrio della donna e dell’uomo in formazione". Proprio vero ! L’uomo ha caratteristiche psicofisiche diverse che lo fanno vivere, nel rapporto educativo con i figli, ma anche nel rapporto educativo con il resto della società, in maniera diversa rispetto alla donna. Chi non ha nelle orecchie i rimproveri della moglie quando ella vede fare certi giochi, a suo giudizio imprudenti e pericolosi, con i figli. Ma i figli godevano e godono dell’amore, diverso uno dall’altro, dei loro genitori. E quando il loro equilibrio c’è, probabilmente esso va ricercato proprio nel fatto che la prima ti protegge e il secondo ti incita e ti da slancio per affrontare la vita. Dice sempre Alessandro D’Avenia: "L’assenza o marginalità dello stile maschile nell’educazione familiare e scolare non è privo di conseguenze. Le scorgo nei miei studenti: insicuri e fragili, perché a volte privi o privati della autostima che un adolescente interiorizza grazie soprattutto alla figura paterna. Per una ragazza di 14-15 anni l’uomo più importante è suo padre, non certo il fidanzato. Diventano vittime della loro emotività elevata a sistema di valutazione del reale, poco educati come sono alla tenuta, al dolore, al silenzio, alla frustrazione in vista di un obiettivo ancora lontano."
Chiudo consigliandovi la lettura di un libro dal titolo provocatorio, Sposati e sii sottomessa, di Costanza Miriano, giornalista del TG3.
In esso la Miriano spiega in maniera affascinante e forse unica che le donne devono riscoprire la bellezza del loro ruolo, specie materno.
"La donna da la vita, valorizza i talenti dei figli […] l’uomo è l’autorevolezza; ma la figura dell’uomo oggi appare sempre più svilita, indebolita, sentimentalizzata. Parlare di uomo come autorevole, energico o forte ormai è quasi equivale a insultarlo o bollarlo come prepotente e maschilista. Io credo invece che i due ruoli vadano assolutamente ritrovati".
Parole sagge…

Alessandro Pagano