"Il regolamento di Dublino va abolito: è dannoso per le persone e per gli Stati". A ribadirlo è stato Cristopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati) nel corso della conferenza stampa di presentazione di "Gente di Dublino" la campagna di sensibilizzazione e informazione per richiedenti asilo sul Sistema Dublino. "Il principio deve essere che il richiedente asilo puo’ scegliere il paese in cui fare richiesta. Il regolamento di Dublino rende invece tutto piu’ difficile: il 73% delle persone che si spostano da un paese all’altro lo fa per motivi familiari, mentre questo regolamento spesso lo impedisce.E’ controproducente sia per le persone che per gli Stati e rende difficile l’integrazione – continua il direttore del Cir – . Potendo invece raggiungere i familiari in altri paesi il migrante si troverebbe gia’ in una rete di accoglienza".
Secondo Hein se non è possibile per ora abolire il Sistema Dublino, esso andrebbe almeno riformato. Nello specifico si dovrebbe permettere a chi avvia la sua procedura in uno stato, per esempio l’Italia, di potersi spostare liberamente con i documenti di viaggio. Una sorta di allargamento dei cosiddetti "permessi Shengen" che ora sono previsti solo dopo 5 anni di permanenza in uno stato e hanno una durata massima di novanta giorni. "Bisogna dare piu’ peso ai vincoli familiari, rendere meno discrezionale la clausola umanitaria e fare si’ che i tempi siano obbligatori – aggiunge – . Conviene migliorare questo sistema a cominciare da una corretta informazione che rappresenta se non altro una riduzione del danno".
Il direttore del Cir ha anche mostrato con i dati del ministero dell’Interno come questo sistema sia particolarmente dannoso per paesi come l’Italia che geograficamente sono piu’ vicini ai paesi di partenza dei migranti. Nel 2010 (ultimi dati disponibili) sono state complessivamente 11.280 le richieste di competenza nel nostro paese: di queste 1.607 sono le richieste dall’Italia ai paesi membri e 9.673 quelle dai paesi membri all’Italia. Una situazione simile si verifica anche per quanto riguarda i trasferimenti di richiedenti asilo: su un totale di 2.852 casi circa la totalità (2739) sono trasferimenti dai paesi membri all’Italia e solo 113 dall’Italia ad altri paesi.