RICERCA: CERVELLI ITALIANI ALL’ESTERO

Investire in ricerca, partnership tra pubblico e privato, meno burocrazia per i ricercatori stranieri che vogliono lavorare in Italia: sono queste alcune delle proposte contenute nel documento messo a punto dai ricercatori italiani all’estero riuniti nell’istituto Aspen. ‘Innanzitutto notiamo che la ricerca non è possibile senza investimenti’, rilevano i ricercatori nel documento. L’1,2% del Pil che l’Italia investe in ricerca e sviluppo ‘e’ una percentuale sorprendetemente bassa’ rispetto a quanto fanno gli altri Paesi, così come è basso l’1,1% investito in ricerca dalle imprese. Occorrono poi, si legge nel documento, ‘decisioni politiche atte a favorire la partenza e l’arrivo di capitale umano qualificato da tutto il mondo’. Questo, si rileva, ‘è un presupposto necessario affinchè l’Italia venga proiettata verso uno sviluppo sociale ed economico che sia competitivo con altre realtà mondiali’. Secondo i ricercatori sarebbe inoltre opportuno favorire partnership tra pubblico e privato nell’ottica di una società ‘più competitiva e trasparente’. Il capitolo dei visti di ingresso e’ uno dei piu’ importanti e delicati esaminati nel documento. E’ una procedura ‘che andrebbe snellita’ perche’ per i ricercatori che arrivano dall’estero per lavorare nei centri di ricerca italiani ‘la burocrazia e’ la stessa che per le altre tipologie di lavoro, con tempi lunghi e file allo sportello unico per l’immigrazione’. La soluzione proposta e’ quella di ‘visti di ingresso specifici, simili a quelli che esistono negli Stati Uniti, e la velocizzazione delle procedure burocratiche’. I ricercatori italiani all’estero propongono inoltre di aprire i concorsi universitari agli stranieri: ‘tutti i tentativi di rendere attraenti e internazionali le universita’ italiane sono inutili se esse continuano a rimanere dei luoghi inaccessibili per uno straniero’. Corsi in inglese, pubblicazione dei bandi in inglese e su riviste scientifiche internazionali, presenza nelle commissioni di membri internazionali e criteri oggettivi per quantificare la produttivita’ scientifica sono altri requisiti indispensabili per aprire le università ai ricercatori che vengono da altri Paesi. Bisogna poi provvedere a ottimizzare le retribuzioni perchè gli stipendi siano attraenti per chi arriva dall’estero. Altrettanto importante è creare centri di eccellenza capaci di attrarre i migliori ricercatori e studenti a livello internazionale: per crearli, rilevano i ricercatori, il primo passo da fare è eliminare i finanziamenti a pioggia per concentrarli su grandi obiettivi.