Importante annuncio del ministro della Salute Renato Balduzzi al 3° Congresso nazionale della SIT, qualificata e prestigiosa società scientifica italiana di telemedicina e della sanità elettronica, svoltosi la settimana scorsa a Bologna in occasione di Exposanità 2012, XVIII mostra internazionale al servizio della salute e dell’assistenza, in un momento di grande attenzione da parte delle istituzioni e del mondo della sanità per l’innovazione tecnologica in medicina.
Dopo l’appuntamento dello scorso novembre ad Arezzo, che ha visto la partecipazione attiva di ricercatori italiani e stranieri, tra cui il direttore della ricerca del CERN di Ginevra Sergio Bertolucci, assieme ai soci e agli esperti della SIT e con il contributo sempre più autorevole e partecipativo del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, è approdata quest’anno, sempre più forte e consolidata, a Bologna.
Il professor Gianfranco Gensini, preside della facoltà di Medicina dell’università di Firenze e il professor Antonio Gaddi dell’università di Bologna, co-presidente del comitato scientifico congressuale, li vediamo, insieme al segretario generale dottor Giancarmine Russo, ai vertici della Società, che si è costituita a Roma nel maggio del 2007.
La telemedicina, in sintesi, consiste sostanzialmente nella trasmissione e condivisione di informazioni di carattere sanitario e scientifico tra medico e cittadino o tra gli stessi operatori sanitari, attraverso sistemi di comunicazione di tipo telematico/informatico.
La telemedicina permette l’erogazione di servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso alle tecnologie di telecomunicazione computer- assistite, in situazioni in cui il professionista della salute ed il paziente non si trovino nella stessa località o vi si trovino in momenti diversi. Essa comporta la trasmissione, in modalità sicura e protetta, di informazioni e dati di carattere medico grazie a testi, suoni immagini o altre informazioni necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento ed il successivo monitoraggio dei pazienti.
Il settore in cui è maggiormente applicata la telemedicina è la cardiologia, dove si sono immediatamente diffuse pratiche di telediagnosi attraverso l’uso di apparecchi che vengono applicati al paziente da personale paramedico e rilevano tracciati elettrocardiografici, immediatamente inviati- dapprima attraverso le linee telefoniche e oggi attraverso la linea internet- a centri specializzati, attivi anche 24h/24, che in poco tempo inviano la diagnosi sul luogo in cui è presente il paziente oppure al centro ospedaliero più vicino, per facilitare l’intervento di cura una volta che il paziente stesso è giunto sul luogo.
Molte sono le applicazioni anche nell’ambito della radiologia, della neurologia, della dermatologia, della pneumologia, della ginecologia dell’ortopedia, in pratica non esiste branca della medicina che non si possa avvalere della telemedicina.
In Italia già dopo il congresso di aprile 2010 a Firenze, SIT sta svolgendo un’importante opera di promozione presso i decisori istituzionali al fine di inserire le prestazioni di telemedicina nel servizio sanitario nazionale e regionale, coinvolgendo il Consiglio superiore di sanità per la stesura di apposite linee guida dedicate alla telemedicina, che dovrebbero vedere la luce prima della prossima estate, come annunciato nel messaggio di saluto del ministro Balduzzi ai congressisti riuniti a Bologna. La Francia invece, ha regolamentato la telemedicina già dal primo gennaio 2010, per non parlare dei paesi del nord Europa, come Norvegia, Finlandia, Svezia e Danimarca, dove la telemedicina è molto diffusa, questo perché lo vuole la Commissione Europea secondo i piani della Società dell’informazione e della Digital Agenda 2020.
Il valore aggiunto della telemedicina prevede lo scambio di informazioni a distanza e a grande velocità. É pertanto il processo di cura che chiama in campo soggetti diversi e molteplici come i medici, i programmatori del software e i produttori dell’hardware, i provider. Inoltre, va sottolineato il ruolo fondamentale degli infermieri e di un qualificato centro servizi, indispensabili per assicurare una corretta telemedicina. Risulta pertanto chiaro, che in un processo così complesso, ci possa e ci debba essere spazio non solo per il pubblico, ma anche per il privato e per la cooperazione.
Claudia Rossi