Tutto si basa sulla creatività degli autori e degli utenti. Già, perchè la serie cult di YouTube Italia funziona proprio così: sono gli utenti che, grazie ai commenti scritti sotto le puntate caricate, “scrivono” la sceneggiatura di Lost in Google, giunta pochi giorni fa alla sua quarta puntata (la quinta, se si tiene conto della Puntata 0). I commenti migliori vengono scelti e da questi gli autori scriveranno la trama e le battute dei personaggi. La serie è realizzata dalla The Jackal Production, piccola casa di produzione napoletana indipendente nata nel 2005 che realizza da allora video di ogni genere, fra cui parodie di film famosi come Io sono Leggenda o Ritorno al futuro o anche La Passione di Cristo, ma anche video ironici e satirici sui lati più cupi della realtà napoletana, come l’emergenza rifiuti o la “piaga” dei lavavetri e dei venditori ambulanti. A Napoli, l’ispirazione non manca e nemmeno la fantasia dei napoletani. Non dimentichiamo che Napoli, fin dai tempi del dominio romano, è stata la casa del teatro e della commedia, ed è la città di Eduardo e Peppino De Filippo, La Smorfia, Totò, Sophia Loren e molti altri (giusto per rendere l’idea). La trama è molto semplice: Ruzzo Simone, famosa webstar dei Jackal, è al computer con la sua amica Proxy, e quest’ultima gli chiede “Hai mai provato a cercare Google su Google?”; Simone lo fa e viene letteralmente risucchiato dentro Google, e da qui deve trovare il modo per tornare a casa, aiutato dalle “entità” del web e nel mondo reale dalla stessa Proxy e dal loro amico Ciro Priello, scoprendo una realtà nascosta che unisce la Terra a Internet.
Ma quello che sorprende non è tanto la trama, quanto la novità assoluta, ovvero, come già scritto all’inizio, l’interazione con gli utenti. Per gli autori può bastare anche un commento apparentemente senza senso per realizzare una o più scene, grazie anche all’aiuto di un software complesso come Adobe After Effects. E poi, naturalmente, c’è il web, una realtà ormai consolidata anche in Italia, che permette di dare una visibilità universale e per giunta gratuita. La creatività e l’originalità sono l’arma vincente per un utente YouTube che vuole realizzare un progetto troppo a lungo messo in disparte o abbandonato nel cassetto. In un’Europa, o meglio, in un’Italia ancora genuflessa ad una crisi apparentemente senza fine, i giovani hanno bisogno di speranze, quando anche i fatti e le parole sembrano non incoraggiarli più; hanno anche bisogno di sentirsi liberi e contagiati dalla voglia di voler dimostrare che anch’essi contano qualcosa. Cosa c’è di meglio del web e di un posto come YouTube? È vero che non sempre la visibilità sul web garantisce il successo, ma anche il tempo gioca un ruolo fondamentale. Il passaparola può essere immediato quanto lento ed è proporzionale alla “novità”: più i temi vengono trattati con originalità e più la diffusione si allarga fino a diventare un vero e proprio fenomeno di Internet. Vogliamo poi parlare dell’intrattenimento? Le ultime nomine dell’Agcom hanno fatto alzare un ulteriore polverone e hanno bruciato anche quest’anno la speranza di una televisione nuova e senza raccomandazioni. Internet non ha bisogno di burocrazia: ognuno sceglie quello che più gli piace, e leggendo le migliaia di commenti che arrivano giorno dopo giorno ai video dei Jackal (e non solo a loro), si deve ammettere che i giovani sono più che contenti di avere una “TV” tutta loro e di essere consapevoli che in Italia c’è ancora qualcosa che funzioni bene. Forse sono proprio la fantasia e la creatività dei giovani che potranno permetterci di ricostruire un’Italia martoriata dai poteri forti e da un sistema troppo corrotto e conservatore. Ora non resta che attendere la conclusione della serie, per dare un’ulteriore prova che il web e la creatività possono avere un potere molto più grande di quello che la stampa e i media vorrebbero far credere. Se usato con intelligenza, Internet potrebbe segnare davvero il nostro futuro… e magari trascinarci tutti dentro Google come è capitato a Simone.
Ilaria Del Fuoco