LA TERRA SUL ‘TETTO’ CHE SCOTTA

“La preoccupante accelerazione della fusione dei ghiacci in Groenlandia, in alcuni punti registrata fino al 97%, segnalata dal satellite indiano Oceansat-2 e dai satelliti della Nasa, Terra e Aqua, deve farci profondamente riflettere sull’urgenza di intervenire per ridurre significativamente le emissioni di gas che modificano la composizione chimica dell’atmosfera e incrementano l’effetto serra naturale”. Così il WWF Italia commenta l’allarme lanciato dalla Nasa sullo scioglimento dei ghiacci in Groelandia.
“Nel 2011, come ci è stato segnalato dal recente rapporto ‘Trends in Global CO2 Emissions’ del Joint Research Centre della Commissione Europea, abbiamo raggiunto il primato di emissioni annuali causate dall’intervento umano, con la cifra di ben 34 miliardi di tonnellate (un incremento del 3% rispetto al 2010)”, spiega Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia. “La letteratura scientifica suggerisce che per limitare la crescita della temperatura media della superficie terrestre entro i 2° C rispetto ai livelli presenti in epoca preindustriale, limite che costituisce il target internazionalmente adottato nei negoziati delle Nazioni Unite nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, le emissioni cumulative di CO2, nel periodo 2000-2050, non dovrebbero eccedere il livello di 1.000 – 1.500 miliardi di tonnellate. Allo stato attuale della situazione, se i trend attuali di emissioni dovessero continuare così come sta avvenendo oggi, le emissioni cumulative causerebbero il sorpasso di questo limite entro i prossimi due decenni”.
“Oggi dobbiamo essere consapevoli, come la comunità scientifica internazionale che si occupa di scienze del Sistema Terra (che, nella grande conferenza scientifica di Londra del marzo scorso, ‘Planet Under Pressure’, ha reso noto un apposito ‘State of the Planet Declaration’), ci dice molto chiaramente, che l’intervento umano è equiparabile per dimensioni ed effetto alle grandi forze che hanno modellato la Terra nell’arco dei suoi oltre 4.5 miliardi di anni di esistenza. I paragoni con quanto conosciamo dalla paleoclimatologia e dalla paleoecologia ci dicono che il livello della superficie dei mari, dovuto alla fusione dei ghiacci, si è sostanzialmente e significativamente modificato nell’arco della scala geologica del tempo. Solo tenendo in considerazione il periodo che va dall’ultimo interglaciale, circa 125.000 anni fa, all’ultimo periodo glaciale, circa 21.000-20.000 anni fa, il livello del mare è passato dai 4-6 metri o più del livello presente ai 120 metri sotto il livello attuale. Purtroppo ci scordiamo sempre di considerare che a queste situazioni di profondi stravolgimenti del passato che pure sono intervenuti nell’arco di millenni o di diverse centinaia di anni, non vi erano oltre 7 miliardi di abitanti sulla Terra, moltissimi dei quali presenti con sistemi urbani molto articolati, complessi e delicati sulle zone costiere degli attuali continenti”.