Leggere libri è faticoso ma se sono scritti da don Piero Gheddo diventa un piacere; il motivo: hanno la caratteristica della semplicità, della chiarezza e soprattutto sono sintetici. Tento di presentare, pc permettendo, il suo ultimo lavoro scritto insieme al giornalista Gerolamo Fazzini, Meno male che Cristo c’è, col significativo sottotitolo: Vangelo, Sviluppo e felicità dell’uomo. Pubblicato da Lindau nel 2011 (pag.326, e 19,00). La tesi-chiave del libro è che il Vangelo è “motore di sviluppo” dell’uomo e dei popoli, questo è un tema cruciale presente nei suoi tanti articoli e interviste. Padre Piero Gheddo, il missionario più conosciuto in Italia, ma forse anche nel mondo, ormai ha scritto ben 90 volumi. Qualche anno fa ho recensito in 15 puntate il suo Ottanta fiducia, edito da San Paolo, scritto in occasione dei suoi 80 anni. Padre Gheddo, ha affrontato il tema dello sviluppo nel mondo attraverso il Vangelo, fin dal 1964, quando apparve, La fame nel mondo, il suo primo libro sull’argomento. Nell’introduzione al libro della Lindau, Fazzini scrive: “padre Gheddo mostra come il Vangelo sia stato e sia tuttora motore di autentico sviluppo e liberazione sociale vera in molte parti del mondo, in particolare nell’Africa che rimane il continente più povero del pianeta”. Una tesi è molto vera a costo di sembrare una dichiarazione dal sapore eurocentrico. Del resto, il Vangelo, come tale, non è ‘proprietà’ di nessun popolo o cultura. Padre Gheddo nella sua lunga attività missionaria, nelle file del Pime (oltre sessant’anni), ha visitato una ottantina di Paesi, incontrando centinaia di missionari e missionarie, laici, vescovi, intellettuali e attivisti, la sua attività, quindi, rappresenta un punto di osservazione privilegiata nel Sud del mondo. Pertanto, le pagine di Meno male che Cristo c’è, rappresentano un originale contributo organico che nasce soprattutto dalla Dottrina Sociale della Chiesa. Contributo rafforzato dal magistero di Benedetto XVI, specialmente con la Caritas in Veritate, dove al centro c’è la riflessione del rapporto fra annuncio cristiano e sviluppo integrale dell’uomo. In pratica, ormai è un dato di fatto, almeno tra i vertici della Chiesa, il Vangelo c’entra con il progresso delle persone. Anche se come scrive Fazzini – “non è stato così per una lunga stagione”. Ricordiamo come qualche decennio fa i “cristiani per il socialismo” proponevano le scienze sociali come unico metodo di analisi e il marxismo come ricetta per lo sviluppo. Erano gli anni 70, quando la Dottrina Sociale della Chiesa era vista come un retaggio anacronistico di cui liberarsi, quando si pensava che la soluzione ai problemi del mondo fosse la lotta rivoluzionaria contro capitalismo e colonialismo, quando i modelli erano, Mao, Ho Chi Minh, Fidel Castro, Che Guevara. Erano i tempi in cui le riviste missionarie, tacevano sulla quotidianità dei missionari, sul loro contributo allo sviluppo dei popoli e invece inneggiavano alle varie “guerriglie di liberazione”.
Non credo di esagerare, ma eravamo solo noi di Alleanza Cattolica a fare riferimento alla Dsc. Ricordo ancora (perché li ho acquistati) come le Edizioni Paoline si liberavano dei tre corposi volumi del Welty, Catechismo Sociale.
Don Piero sostiene una tesi semplice e controcorrente: “lo sviluppo umano è tale nella misura in cui si rifà ai valori del Vangelo”. C’è un forte bisogno di recuperare il “volto umano” dell’economia, che metta la centro la persona umana con la sua dignità, ripartendo dall’ipotesi-Dio, come sostiene, non da oggi, papa Ratzinger. Certamente non sono solo i cristiani a saper fare sviluppo, ma i cristiani hanno una responsabilità speciale, hanno immeritatamente un dono da condividere con tutti. Pertanto, “il Vangelo rappresenta, la bussola per costruire uno sviluppo a misura d’uomo tanto in Africa quanto nel Nord del mondo…”. Certamente, il libro di Gheddo, in questo momento di crisi economica e di guerra finanziaria, potrà dare molte risposte alle domande e ai problemi di questo tempo di transizione epocale. Del resto il baricentro del mondo si sta spostando, in maniera inarrestabile verso l’Asia: Cina e India si avviano ad assumere le redini economiche, e fors’anche politiche… Il libro di Gheddo oltre a sostenere che dove il Vangelo è diventato cultura c’è stato sviluppo, basti pensare al mondo europeo in generale, denuncia però con forza lo stesso Occidente, in particolare, l’Europa, che da tempo, trascura le proprie radici cristiane per abbracciare stili di vita improntati all’edonismo e al consumismo.
Per ora mi fermo, il testo merita di essere ripreso, a presto.
DOMENICO BONVEGNA