E’ una tesi che ha sviluppato lo studioso Arnold Toynbee, la civiltà europea è “l’unica ‘universalizzabile’, cioè contiene valori e principi validi per tutti gli uomini: i valori che non vengono non dall’intelligenza umana, ma dalla Parola di Dio”. Per Toynbee, la nostra civiltà, “è nata dalla fortunata confluenza del ‘miracolo greco’ (razionalità) col ‘miracolo ebraico’ (Rivelazione e Incarnazione di Dio). Questo ‘privilegio’ – continua lo storico delle civiltà – non è dato agli occidentali per vantarsene e per usarlo a loro egoistico profitto, ma è una pesante responsabilità di fronte a tutti gli uomini”. Pertanto, “se i popoli occidentali tradiscono il compito di diffondere nel mondo i doni ricevuti da Dio, vanno incontro alla dissoluzione e all’auto-distruzione: droga, terrorismo, corsa alle armi e allo spreco, sottozero demografico sono alcuni segni della ‘corsa verso la morte’ che l’Occidente sta percorrendo”. Padre Piero Gheddo nel suo libro “Meno male che Cristo c’è”, edito da Lindau, che sto presentando a voi lettori, cita diversi libri, tra questi un interessante testo di Barbara Mary Ward (1914-1981), The Rich Nations and the Poor Nations( Le nazioni ricche e le nazioni povere), un libro di grande valore, purtroppo mai tradotto in Italia.
La Ward, ha lavorato diversi anni a “Justitia et Pax”, nel volume citato, afferma che il “progresso moderno” viene da quattro rivoluzioni verificatesi tutte in Occidente e dalla matrice biblico-evangelica della civiltà occidentale. La 1 rivoluzione è quella delle idee che muovono la Storia. Sono i concetti della dignità della singola persona umana e dell’uguaglianza di tutti gli uomini, che muovono le società. Per la Ward, la società occidentale “è stata rivoluzionata radicalmente dalla religione ebraico-cristiana, che ha dato un giusto concetto dell’uomo e dei suoi rapporti con Dio e con la natura(…)”. “L’uomo re del creato, libero e artefice del suo destino”, sono idee che non si trovano in altre religioni e culture. Tra l’altro, scrive Barbara Ward, “senza la maturazione nei secoli di queste idee bibliche, saremmo ancora alla schiavitù dei romani e dei greci, ai bambini handicappati gettati dalla Rupe tarpea”.
La 2 rivoluzione, conseguente alla prima, “è l’idea di ‘progresso’, di cammino in avanti dell’umanità verso un mondo migliore, più vivibile per l’uomo”. In pratica, è lo sviluppo integrale di tutto l’uomo, di tutti gli uomini, della Populorum Progressio di Paolo VI. Un messianismo assente in tutte le altre civiltà non cristiane (egiziana, cinese, indiana, africane etc) almeno fino a quando non hanno incontrato l’Occidente.
E’ stata l’idea di progresso che ha consentito alla società occidentale di costruire una società più umana, con una spinta dinamica, per le scoperte geografiche, mediche, scientifiche, la creazione di strutture più giuste per tutti (la democrazia, la giustizia sociale, i diritti dell’uomo). Addirittura Gheddo in questa proiezione verso il futuro, il cammino in avanti, individua anche i messianismi moderni negativi, come il comunismo e il nazismo, che sono nati nel nostro Occidente. Per Gheddo “è impensabile che il marxismo nascesse in India nel XIX secolo o in Cina o nelle culture buddhiste, perché mancavano in quelle civiltà i concetti del valore assoluto della singola persona umana e dell’uguaglianza di tutti gli uomini, il valore della giustizia sociale(…)” Del resto, le società non occidentali, non cristianizzate, sono descritte dagli storici delle civiltà, “come ‘statiche’, o ‘circolari’, nelle quali si ripetevano sempre gli stessi fatti senza alcun sbocco verso il futuro”. La 3 rivoluzione è quella demografica, preparata dalle scoperte mediche e dal progresso dell’assistenza sanitaria di massa. Don Piero vede nell’idea della dignità umana e della singola persona come motore per far progredire la scienza medica, in tutte le sue branche (anatomia, chirurgia, farmacologia, fisiologia ecc), mentre nelle società tradizionali, l’incremento demografico era quasi nullo a causa delle molte pestilenze e carestie. L’esplosione demografica a partire dal XVIII secolo, in Europa fu estremamente positiva per lo sviluppo economico-sociale. Al contrario, nel terzo Mondo, l’esplosione demografica venuta dopo la colonizzazione ha avuto un esito negativo per il missionario. Il motivo? “L’ambiente umano, culturale, sociale, statale, educativo era impreparato a ricevere (nutrire, istruire, far produrre, organizzare) queste masse umane che crescevano rapidamente”. La 4 rivoluzione è quella delle Scienze e delle Tecniche che ha trasformato l’Occidente. Siamo alla rivoluzione capitalista: industrializzazione, risparmio e accumulazione di capitali, ricerca continua di migliori strumenti per la produttività agricola e industriale, sfruttamento delle materie prime ecc. Tutte queste cose per padre Gheddo non sono venuti fuori all’improvviso, ma sono i risultati di una cultura che proviene dalla diffusione del Vangelo. Per concludere, la Ward sentenzia: “Lo spirito scientifico, che viene dal rispetto giudaico-cristiano dell’opera di Dio, è forse la caratteristica più profondamente originale della nostra civiltà. La scienza non poteva nascere nella società indù, dato che nessuno dedica la propria vita a esplorare un’illusione. Non poteva nascere in Cina”.
Infatti tutte le antiche società, negli ultimi 300 anni, in un modo o nell’altro, sono state movimentate dall’esterno, dalle incontrollabili nuove energie delle potenze occidentali. Pertanto, senza scadere nel trionfalismo eurocentrico,“il grande agente che ha trasmesso a tutto il mondo la tendenza alla modernizzazione è stato senza dubbio, nel bene e nel male, il colonialismo occidentale”. Vorrei continuare in questa lunga recensione, un po’ anomala, del libro di Gheddo, per evitare di tediare, forse è meglio fermarsi. Chi è interessato può accedere direttamente al libro. Un’ultima osservazione: perché è importante leggere e diffondere “Meno male che Cristo c’è”? Intanto perché “questa visione storica e attuale dello ‘sviluppo economico e sociale’, dipendente dalle culture religiose dei popoli è quasi del tutto sconosciuta alla pubblicistica corrente”. Forse è colpa di pregiudizi “terzomondiste”; a questo proposito padre Gheddo racconta che alla fine delle sue conferenze su questo tema, le domande sono sempre le stesse: “parlare dei limiti delle religioni e culture non cristiane significa cedere a sentimenti razzisti; affermare con chiarezza i valori della religione ebraico-cristiana significa sentirci migliori di altri popoli, superiori ai seguaci di altre religioni ecc”. Comunque sia, nel tempo della globalizzazione, mentre tutti parlano di dialogo interreligioso e interculturale per creare comprensione e per superare i motivi di conflitto tra i popoli, proprio in questo tempo, è necessaria una forte coscienza identitaria, aperta al confronto con gli altri. Una coscienza identitaria, che parta dal riconoscimento delle nostre radici cristiane per evitare possibili razzismi e xenofobia nei confronti di uomini e donne provenienti da altri continenti. Del resto, “la verità non è mai offensiva”, scrive don Piero. Pertanto, quando si afferma il valore assoluto della persona umana, frutto della Rivelazione biblico-evangelica, che è presente nella Carta dei Diritti dell’uomo, promulgata nel 1948, “non significa offendere altri popoli, religioni e culture, ma semplicemente affermare una verità storica che può essere rifiutata solo dimostrando il contrario”.
DOMENICO BONVEGNA