E’ partito da Napoli il percorso per consentire alla dimensione ambientale di ricollocare i giovani al centro del processo di riedificazione e rinnovamento della società attuale e di costruzione del loro progetto per il futuro, individuando nuove opportunità di occupazione per gli studenti universitari italiani per creare economisti, naturalisti, biologi, educatori, agricoltori, operatori turistici e tutte quelle professioni in campo ambientale che sono necessarie per una società sempre più sostenibile. La ricerca e la formazione universitaria, la conservazione ambientale portata avanti con progetti internazionali, il coinvolgimento delle comunità locali e le Oasi, gli enti locali e i finanziamenti messi a disposizione, sono le realtà che facendo rete tra loro vogliono dare nuove opportunità occupazionali e di volontariato ai giovani nell’ambito della green economy come emerso dal workshop organizzato da WWF Italia, l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”e la Fondazione Simone Cesaretti e seguito da moltissimi studenti oggi all’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” .
Il workshop è stato un primo momento di incontro con i giovani universitari, ma aperto anche agli studenti delle scuole superiori, per avviare un percorso a lungo termine che permetta loro di essere coinvolti, responsabilizzati e informati sulla questione ambientale e sulle opportunità di azioni individuali, sociali e professionali esistenti per affrontarla, attraverso la conoscenza della più grande associazione ambientalista a livello internazionale, il WWF.
Grazie alla fitta rete di Università costituita dalla Fondazione Simone Cesaretti, questo è il primo di una serie di incontri presso le altre Università coinvolte per dialogare con i giovani, trasferendo in particolare un approccio metodologico e uno stimolo per intraprendere nuovi profili professionali costituiti dai “lavori verdi”.
Tanti sono stati gli inteventi al worshop a cominciare da Claudio Quintano, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” che nel salutare i moltissimi studenti presenti ha ricordato il grosso impegno dell’Università per formare adeguatamente i giovani sui temi dell’ambiente, per loro stessi e per le generazioni future.
Severino Nappi, Assessore alla formazione e lavoro della Regione Campania ha ricordato come la Regione partendo proprio dai giovani e dal recupero del territorio ha fatto investimenti per incentivare l’occupazione reale e di qualità.
Gian Paolo Cesaretti, Presidente della Fondazione Simone Cesaretti ha detto “Oggi più che mai il “sistema giovani’ è a rischio per due motivi fondamentali: i giovani non riescono più a proiettarsi nel futuro e mancano le condizioni per una loro partecipazione attiva nell’attuale società. Ciò a causa dell’assenza di “un progetto di società” che impedisce loro di avere un orizzonte e per l’inadeguatezza qualitativa e quantitativa dei “modelli formativi”, di quelli occupazionali e dei “modelli associativi”.”Pertanto la Fondazione Simone Cesaretti, impegnata fin dalla sua istituzione, nel 2007, nella realizzazione di iniziative incentrate sui giovani, con l’iniziativa di oggi ha avviato il progetto che vuole spingere la società ad impegnarsi, da un lato, nella promozione della cultura della sostenibilità del benessere e, dall’altro, nella definizione di nuovi modelli formativi, nuovi modelli occupazionali, nuovi modelli associativi.”
Alberto Manelli, Direttore Generale Istituto Nazionale Economia Agraria (INEA) ha detto che nonostante i tagli ai fondi per la ricerca l’impresa agraria deve, oltre a produrre, difendere territorio e biodiversità, produrre qualità e offrire quindi grandi opportunità per i giovani non più solo produzione tradizionale. Per la gestione delle risorse idriche ad esempio vanno create le competenze per lavorare nei consorzi di bonifica così come nel campo della sicurezza alimentare, per migliorare la qualità produttiva rendendola più sostenibile senza diminuire la quantità. In Italia ci sono 13 milioni di ettari agricoli e l’agricoltura deve essere al centro del processo per una maggiore sostenibilità, ora in Italia non riusciamo a produrre abbastanza prodotti di qualità per il mercato”.
Raniero Maggini vice presidente WWF Italia ha ricordato come con la partecipazione dei cittadini e le tecnologie giuste sia possibile migliorare, partendo da comportamenti individuali più responsabili e proiettati nella costruzione di un mondo più sostenibile, come a Bagnoli dove si riesce a fare il 90% di raccolta differenziata dei rifiuti grazie al porta a porta promosso dal WWF in collaborazione con la città.
Adriano Paolella, Direttore Generale WWF Italia ha elencato i dati del WWF Italia che ha 450 mila tra soci e sostenitori, gestisce decine di progetti locali e internazionali, ha molti volontari, un network di avvocati e persone di staff, gestisce oltre 30 mila ettari di Natura in 100 oasi, vari centri di educazione ambientale, ha creato una fondazione e due società che dimostrano come già ora sia possibile lavorare nel settore ambientale.
Marco Costantini, Responsabile Programma Mare, WWF Italia ex cervello in fuga come ricercatore di biologia marina ha sottolineato come il WWF lavori in un network internazionale per la tutela del Mediterraneo nei paesi del sud Europa e nel nord Africa. Mediterraneo che è ricchissimo di biodiversità e necessita per la sua tutela di nuove professioni, non solo biologi ma anche economisti, traduttori multilingue, diplomatici.
Isabella Pratesi, Direttrice delle Politiche internazionali di conservazione, ha raccontato con bellissime immagini di natura come per il WWF nel bacino del Congo lavorino già ora mille persone, in molti progetti per la tutela di questo ricchissimo territorio che ospita nelle sue foreste gorilla, bonobo, elefanti e una importantissima biodiversità che convive con la popolazione locale.
Antonio Canu, Presidente WWF Oasi ha sottolineato come siano molte le professionalità necessarie per poter tutelare le aree protette, come avviene nelle 100 oasi che il WWF gestisce in Italia. Attraverso cooperative e società varie, nate sul territorio grazie all’attività del WWF, lavorano ora circa 400 persone tra educatori, naturalisti, ricercatori, agricoltori che fanno ospitalità rurale e come nel caso dei prodotti di “Terre dell’oasi” producono alimenti nei territori protetti.
L’ultimo intervento, di Francesco Pesce, Dirigente della Struttura di Progetto Val D’Agri della Regione Basilicata e Chiara Massacesi di WWF Ricerche e Progetti hanno illustrato il progetto ormai concluso “Valore Natura” che in Basilicata ha saputo unire turismo e valorizzazione del territorio.
In chiusura del workshop la Fondazione Simone Cesaretti ha consegnato, per il 2012, il Premio “Eccellenze della Sostenibilità” al WWF Italia quale modello esemplare di istituzione impegnata nel campo della sostenibilità ambientale.