“La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. Quando questi principi vengono negati o mal compresi si realizza un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Concetto espresso nei giorni scorsi da papa Benedetto XVI. D’innanzi ad asserzioni tanto ovvie quanto razionalmente inoppugnabili, il cattolico praticante Nichi Vendola ha dichiarato che “L’omofobia è una fabbrica di intolleranza e di violenza. Perché far finta di nulla? Perché chiudersi a riccio nella difesa dei propri dogmi? Non siamo chiamati a costruire quella convivialità delle differenze che ci educa alla pace e alla libertà? Vorrei chiedere alla Chiesa Cattolica – ha proseguito il leader di SEL- perché questa fuga dal dialogo, dall’ascolto, dal confronto? In fondo anche gli inquilini del Sacro Soglio più volte hanno sbagliato nel corso della storia. Mi permetto – ha concluso il neo alleato di Bersani – di citare il verso di una preghiera: Signore salvami dall’imperizia di chi salva i principi e uccide le persone”. In parole semplici, l’icona dell’omosessualità “buona e giusta” sdoganata in certa parte di chiesa progressista, ha tacciato papa Ratzinger di omofobia. Nichi Vendola, i cattolici e i preti che la pensano come lui, dovrebbero sapere (in realtà lo sanno ma fingono di non saperlo) che la condanna dell’omosessualità non è saltata fuori dalle ubbie di qualche papa di ristrette vedute, ma dagli ammonimenti espressi sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, nonché da moltissimi Santi e Padri della Chiesa. “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento “ disse San Paolo in Romani 1, 26/32. "Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio" proseguì l’apostolo delle genti in Corinti 6,9/10. Le citazioni delle condanne dell’omosessualità contenute nelle Sacre Scritture, potrebbero continuare all’infinito. Chi pensa che le promesse delle fiamme per i sodomiti conclamati non siano politically correct e incompatibili con la convivialità delle differenze, perché invece di continuare prendersela con i fedeli successori di Pietro, rinnega Gesù Cristo e le leggi divine ed esce dalla cattolicità? Continuare a scambiare la Chiesa Cattolica Apostolica Romana per la Chiesa diversamente orientata di Sodoma e Gomorra, è un atto di superbia (il primo dei sette vizi capitali) che potrebbe “costare” l’aldilà.
Gianni Toffali