Dimissioni Benedetto XVI

Papa Benedetto XVI si è dimesso adducendo motivi di salute. Naturalmente, le vere ragioni non sono state svelate. Non è peregrino ipotizzare che papa Ratzinger abbia perso il braccio di ferro con chi gli remava contro. Va ricordato che l’intero pontificato di Benedetto XVI era impostato sulla necessità di fare pulizia all’interno della Chiesa. Le sue riflessioni risuonate la sera del Venerdì Santo del 2005 nel suggestivo scenario del Colosseo costituiscono il “mandato” papale che gli sarebbe stato affidato da li a poco. In quell’occasione ebbe a dire che: "Non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire per la sua stessa Chiesa? Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Signore spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi". Diversamente dal papa polacco, che si “limitò” a fare mea culpa per gli errori della Chiesa del passato, Ratzinger dedicò l’intero arco del suo pontificato a cercare di “purificare” la sentina della Barca di Pietro del terzo millennio. Le sue azioni “purificatrici” e al contempo “innovatrici” furono molteplici, impossibile menzionarle tutte. Vale forse la pena ricordare: il Motu Proprio che permise la celebrazione della Santa Messa in latino; la condanna della pedofilia del clero; la difesa della vita e della famiglia tradizionale; la disapprovazione per i cosiddetti diritti gay, ma soprattutto, la censura delle correnti “eretiche” che albergavano, non solo sui pulpiti di mezzo pianeta (in primis, Austria e America Latina) ma addirittura in Vaticano. Ad ”epurare” Benedetto XVI, o meglio a indurlo alle dimissioni, sono stati con ogni probabilità, i “disobbedienti” in odor di massoneria e modernismo che sin dal primo giorno del suo insediamento hanno fatto di tutto per invalidare il suo pontificato. I “discepoli” dell’estinto Card. Martini, officiosamente considerato capo della dissidenza “antiratzingeriana”, hanno vinto il primo round. “Pregate per me, perchè io non fugga, per paura, davanti ai lupi” disse papa Ratzinger il 24 aprile 2005. Evidentemente, di preghiere in cielo, ne sono arrivate poche.

Gianni Toffali