Nota LILA sul Dipartimento Antidroga di Giovanni Serpelloni

Giovanni Serpelloni è a capo del Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dal 2008. Nominato dall’ex sottosegretario con delega a Droga e Famiglia Carlo Giovanardi, ha saputo farsi apprezzare dall’intero arco parlamentare. Così, negli anni, il dottor Serpelloni ha fatto crescere senza sosta quella che oggi possiamo definire la sua creatura. Forse, un po’ troppo sua. Tanto che non mancano e non sono mancate polemiche sul suo ruolo, le sue competenze e le sue attività, qui dettagliate. Il Dipartimento è definito nel 2008 con apposito decreto: “struttura di supporto per la promozione, il coordinamento e il raccordo dell’azione di Governo in materia di politiche antidroga”. Organico alla presidenza del Consiglio dei ministri, è stato dall’inizio alle dirette disposizioni di Giovanardi (firmatario con Gianfranco Fini dell’attuale legge sulle droghe), poi da dicembre 2011 la delega è passata al ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi. Ora, si vedrà, con il prossimo governo. Sul tavolo del quale giacciono già le richieste di dimissioni del capo Dipartimento da parte di associazioni e forze politiche.
Il suo capo è sempre stato Giovanni Serpelloni. Un medico, un tecnico, prelevato dal servizio tossicodipendenze di Verona. Molto attivo e ambizioso, tanto che oggi con il Dipartimento rappresenta il governo ai summit dell’Onu (non solo quelli dedicati alla droga), stringe accordi internazionali, promuove convegni, apre siti web, organizza campagne di comunicazione e eventi spettacolari, edita pubblicazioni, fa sgomberare i rave, si preoccupa delle partecipazioni di Morgan a Sanremo, litiga con Vasco Rossi su Facebook.
Giovanni Serpelloni può contare su cospicui finanziamenti, almeno a leggere non tanto il sito del Dpa che non riporta alcuna cifra, quanto le slide che il dottore mostra ai convegni internazionali (organizzati dal suo Dipartimento): per i soli progetti di ricerca, il Dipartimento ha infatti ricevuto in tre anni ben 43,5 milioni di euro: 26,5 milioni per il 2010 e 17 milioni per il biennio 2011/12. Una cifra di tutto rispetto.
Giovanni Serpelloni è anche la firma che sta in calce agli articoli pubblicati dall’Italian Journal of Addiction, diretto da Giovanni Serpelloni, pubblicato e finanziato dal Dipartimento nazionale antidroga, di cui è capo appunto Giovanni Serpelloni. Insomma, il Dipartimento Antidroga, ovvero Giovanni Serpelloni, fa anche ricerca: se la commissiona, se la finanzia, se la giudica e se la pubblica. Una procedura che non rappresenta esattamente una garanzia di indipendenza e valore, ma tant’è.
A dire la verità molte sono le relazioni avviate in questi anni dal Dipartimento Antidroga, e tutte di alto se non altissimo livello. Accordi governativi, collaborazioni con prestigiosi istituti di ricerca e agenzie internazionali, non manca niente. Ma sono movimenti di vertice. L’interesse esplicito è per lo “scambio culturale tecnicoscientifico transnazionale” e gli accordi di alto livello con governi e agenzie, a partire dall’Onu. I riconoscimenti, di cui Serpelloni pare affamato, non mancano, il fatto però è che i luoghi delle relazioni con la community (istituiti per legge) nel frattempo sono scomparsi. L’ultima Conferenza nazionale sulle droghe è stata nel 2009, e da un paio d’anni non si riunisce più neppure la Consulta nazionale sulle Dipendenze, che non può certo venire sostituita dal Dipartimento con la Italian Scientific Community on Addiction, come invece pare sia accaduto (peraltro nel silenzio generale).
Giovanni Serpelloni è stato per molti anni direttore, fino a un attimo prima di andare a dirigere il Dpa, del Dipartimento dipendenze di Verona. Città, e Dipartimento, che hanno recentemente ospitato il Terzo Congresso Internazionale su Neuroscienze delle Dipendenze, voluto dal Dipartimento di Giovanni Serpelloni, per conto del quale il Dipartimento veronese porta avanti alcuni progetti di ricerca, appunto sulle neuroscienze, grande pallino del dottor Serpelloni.
Sempre il Dipartimento di Verona gestisce inoltre praticamente l’intera schiera dei siti del Dipartimento di Serpelloni: una schiera numerosa, per contarli non bastano due mani. Mentre è irrilevabile l’attività sui social network, quantificabile in una manciata di followers, il che testimonia l’assoluta verticalità della comunicazione. Un picco anomalo è rappresentato da Dj Aniceto, un ragazzone semisconosciuto che ha costruito una carriera e si è guadagnato l’attenzione dalle star dello spettacolo e delle agenzie di stampa proprio in virtù del suo inserimento, presumibilmente in rappresentanza del “popolo delle discoteche”, nella Consulta nazionale antidroga. Indefessa è infatti la sua attività antidroga su Twitter, per esempio, dove Dj Aniceto conta ben oltre 13mila followers. Peccato che se li sia quasi tutti comprati, come è facile verificare.
Una piccola recente storia racconta bene come siano strutturate la comunicazione e le politiche dal Dipartimento di Serpelloni. Che ha istituito con grande clamore il portale del Progetto Sistema di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe (anche questo realizzato dal Dipartimento di Verona), dove gli operatori (sanità, polizia) e gli stessi consumatori di sostanze possono segnalare la presenza “su piazza” di sostanze nuove e/o pericolose. Notizie che vengono elaborate dal Dpa che poi a sua volta manda un’allerta agli operatori sanitari. Ma non ai giornalisti, e neppure a associazioni (come anche la Lila) che fanno prevenzione e riduzione del danno sul territorio (con mandato istituzionale). E nelle allerte è specificato per prima cosa che sono “vietate la pubblicazione e le divulgazione sul web”: infatti non circolano, mai.
Accade così che un’associazione di operatori di strada di Bologna, parte del Coordinamento regionale delle Unità di strada dell’Emilia Romagna, si trovi per le mani una strana sostanza, segnalata dai consumatori, che decida di farla analizzare (all’estero: in Italia non si può) e che scopra che diverse persone si stanno facendo male a causa della methoxetamina. L’associazione fa a sua volta una segnalazione nei propri canali, diretta a colleghi e consumatori: state alla larga da quella finta ketamina. Salvo poi scoprire che da oltre un anno era nota al Dipartimento di Serpelloni. Che l’aveva anche fatta inserire nella tabella delle sostanze proibite. Da almeno un anno la sostanza era in circolazione, provocando una lunga serie di accessi al pronto soccorso, anche da parte di minorenni, ma l’allerta del Dipartimento di Serpelloni (che si legge qui) è riuscita ad arrivare un paio d’anni dopo le prime segnalazioni e persino dopo quella dell’associazione di strada. Ovviamente con divieto di divulgazione. Con buona pace della salute dei consumatori.
Uno degli ultimi atti del Dipartimento di Serpelloni è stato far sottoscrivere all’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani presieduta da Graziano Delrio, un decalogo, parte di un accordo formale per la creazione di un Consorzio Etico contro la droga in ogni Comune. Decalogo scritto ovviamente da Giovanni Serpelloni, senza alcun procedimento consultivo, come invece converrebbe in questi casi (e sovrapponendosi ai già esistenti luoghi istituzionali locali di controllo e prevenzione). Il Consorzio Etico dovrebbe essere composto da “un insieme di autorità e opinion leader positivi, noti sul territorio e provenienti dal mondo delle amministrazioni locali, dell’industria, del commercio, del volontariato, dell’università ecc”. Che devono prima sottoscrivere il decalogo, compilato da Serpelloni, che comprende anche il sostegno alla ricerca scientifica sulle neuroscienze applicate alle dipendenze. Sicuramente una priorità, ma per chi?