L’Italia in materia di benessere dei bambini è al 22 livello su 29 paesi industrializzati, indica uno studio pubblicato a Ginevra dal Fondo internazionale d’emergenza delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF). L’Italia pecca soprattutto in materia di educazione, in particolare a causa del debole tasso di frequentazione dell’asilo. La graduatoria è guidata da Olanda, Norvegia, Islanda, Finlandia, Svezia, Germania e Lussemburgo. La classifica è chiusa da Stati Uniti, Lituania, Lettonia e Romania. La Grecia è alla 25esima posizione. La tabella classifica 29 Paesi sviluppati, considerando 5 parametri del benessere dei bambini: benessere materiale, salute e sicurezza, istruzione, comportamenti a rischio, condizioni abitative e ambientali. Negativo per l’Italia anche il tasso Neet (Not in education, employment or training), il più alto di tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna, con l’11% dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. Altri dati negativi, il tasso più basso tra i Paesi industrializzati di bambini che svolgono quotidianamente esercizio fisico, il tasso di fumo tra gli adolescenti e l’esposizione a uno dei livelli più alti di inquinamento atmosferico tra tutti i Paesi industrializzati (26esimo posto). Fra i dati positivi il bullismo che si è ridotto del 60% dall’inizio degli anni 2000 (tanto che il nostro è il Paese industrializzato che registra il tasso più basso di bambini che hanno subito atti di bullismo, 11%). In compenso, in Italia come peraltro emerge dai dati rilevati a Taranto, i bambini sono esposti a uno dei livelli piu’ alti di inquinamento atmosferico tra tutti i Paesi industrializzati (26.mo posto). Inoltre, l’Italia occupa il 24.mo posto per i risultati scolastici conseguiti, anche se la posizione e’ migliorata di dieci punti nel corso degli anni 2000. Occupa il 22.mo posto per la partecipazione a forme di istruzione superiore. Quando sono i bambini stessi a valutare la propria qualità di vita, in ogni caso, l’Italia risale dal 22.mo al 15.mo posto. L’Italia infine si classifica al 20.mo posto nell’auto-valutazione dei bambini dei loro rapporti con genitori e compagni di scuola. Nel rapporto si evidenzia come non ci sia una stretta corrispondenza tra Pil pro capite e benessere generale del bambino. Per esempio, la Slovenia ha una posizione migliore del Canada, la Repubblica Ceca dell’Austria e il Portogallo degli Stati Uniti. È evidente per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, come emerge dal rapporto oggi investire nell’infanzia, soprattutto nell’ambito della salute e dell’educazione, aiuti a chiudere il ciclo della povertà, contribuisca a creare maggiore stabilità nelle società e nella crescita sostenibile.