San Vittore. Naldi: Toccato con mano la gravità dei problemi del sistema carcerario

“Abbiamo raggiunto l’obiettivo di far conoscere anche ai nuovi parlamentari eletti in Lombardia, ai nuovi consiglieri regionali, provinciali e comunali la realtà carceraria di San Vittore. La partecipazione oggi è stata numerosa e ci auguriamo che in futuro possa vedere l’adesione di tutte le forze politiche rappresentate nelle diverse istituzioni della città. Per alcuni di loro è stata la prima visita in un carcere, la prima presa di coscienza della gravità dei problemi che affliggono il sistema penitenziario”. Queste le parole di Alessandra Naldi, Garante per il Comune di Milano delle Persone private della libertà personale, al termine della visita alla Casa Circondariale di San Vittore. Vi hanno preso parte una ventina di rappresentanti di Camera, Senato, Regione, Provincia e Comune: esponenti di Pd, Sel, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Lista Civica Pisapia per Milano, che hanno raccolto l’invito lanciato nei giorni scorsi dalla Garante Naldi e dalla dottoressa Laura Fadda, Magistrato di Sorveglianza di Milano.

“Durante la visita – ha aggiunto Alessandra Naldi – abbiamo dialogato con gli operatori, rendendoci conto che è interesse di tutti combattere il sovraffollamento e garantire dignità ai reclusi. Abbiamo toccato con mano cosa significa l’espressione ‘trattamenti inumani e degradanti’. Insieme ai ringraziamenti a tutti i presenti, mi auguro che le cose viste stamattina vengano adeguatamente riportate nelle aule parlamentari e consiliari e che orientino le difficili scelte politiche che dovranno essere prese nei prossimi giorni”.

La visita si è concentrata soprattutto nei reparti dell’istituto che soffrono le situazioni più difficili: il VI raggio, dove il sovraffollamento si accompagna ai problemi strutturali di un’area che da troppo tempo non viene ristrutturata; il II piano del VI raggio, il cosiddetto reparto dei “protetti”, dove convivono, ancorché in celle distinte, tutti coloro che, per la loro protezione, devono essere tenuti separati dal resto della popolazione detenuta (collaboratori di giustizia, ex agenti delle forze dell’ordine accusati di reato, sex-offenders ma anche transessuali e omosessuali); il Centro clinico e il CONP (reparto di osservazione psichiatrico), strutture inadeguate per garantire le cure di cui necessita un’ampia fetta della popolazione detenuta. La visita si è svolta anche nel reparto cosiddetto dei “giovani adulti” (ragazzi tra i 18 e i 24/25 anni) e nella
sezione femminile. Parlamentari e consiglieri hanno constatato la reale situazione di vita dei detenuti, a partire dalle condizioni di alloggio in camere sovraffollate dove sono sistemati fino a tre letti a castello in celle singole senza poter aprire le finestre.