Vanity Fair, il periodico americano dedicato alla vanità, ai pruriti, alla moda, allo spettacolo, alle curiosità, allo show, al beauty, alle news, al gossip, agli scandali, alla mondanità, e alle vite delle star, ha proclamato papa Francesco uomo dell’anno. I fans “meno” noti, vale a dire coloro che come il premiato manifestano stizza per la notorietà e i palcoscenici hanno speso parole di elogio al vindice dei poveri e degli ultimi Francesco. Unicamente mossi da intenti altamente spirituali, l’omosessuale Elton John ha asserito che “spero che sappia far arrivare il suo messaggio anche oltre, fino ai più emarginati della società, penso, per esempio, agli omosessuali”. Erri De Luca, il fondatore del movimento eversivo marxista comunista Lotta Continua, ha dichiarato che Francesco Papa del Sud non si fa accompagnare da nessuna autorità del Nord, che non ha creduto finora suo dovere accorrere sul posto”. Appurato l’indiscutibile successo mondano di Bergoglio, non sarebbe il caso di istituire una commissione teologica che depenni l’obsoleto discorso della Montagna laddove Gesù disse ai suoi discepoli “Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti” (Luca 6,20-23) e “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi” (Luca 6,24-26)? Se le beatitudini non verranno rottamate, come potrà Bergoglio conciliare notorietà e parola di Dio?
Gianni Toffali