LA VITA SENZA I VALORI ESISTENZIALI

di Silvana Paratore

Una vita che ha perso i valori essenziali, non conosce cosa sia la consapevolezza, l’essenza, la vera natura delle cose e lascia che i propri sensi vengano incantati da false percezioni. Occorrerebbe piuttosto dare un senso a un sorriso, a una stretta di mano, a una parola. E poi riuscire a emozionarsi abbandonando una stanca e sterile visione delle cose legata a valori più monetari che emotivi. L’Occidente ha prodotto ricchezze e tecnologie senza precedenti, garantendo una vita di gran lunga più comoda di quella che è toccata ai nostri progenitori, eppure mai come ai nostri giorni la sofferenza è diventata un leitmotiv delle nostre esistenze. Superare le proprie paure e ansie, realizzare se stessi, ottenere un corpo in salute ed energico, comunicare in modo efficace, migliorare le proprie relazioni, cambiare le proprie credenze negative, forse aiuta a vivere meglio la vita. Talvolta ricordi spiacevoli di esperienze passate e soprattutto timori legati al futuro, minano l’armonia interiore. La preghiera alimenta la speranza, perché nulla più del pregare con fede esprime la realtà di Dio nella nostra vita. “Anche nella solitudine della prova più dura, niente e nessuno possono impedirmi di rivolgermi al Padre, “nel segreto” del mio cuore, dove Lui solo “vede”, come dice Gesù nel Vangelo (cfr Mt 6,4.6.18)”. Senza la dimensione della preghiera, l’io umano finisce per chiudersi in se stesso, e la coscienza rischia di ridursi a specchio dell’io, così che il colloquio interiore diventa un monologo dando adito a mille autogiustificazioni. Si ritiene che la principale emozione della vita sia l’amore che quando è autentico, rinverdisce gli anni e dona sapore alle cose.. E’ qualcosa che accade senza nostro merito inaspettatamente. Shakespeare diceva “Ci sono persone che ti entrano nel cuore come ladri nella notte e se ne impadroniscono per sempre”. Purtuttavia, quando ciò accade, è solo una volta nella vita e chi è riuscito a viverlo deve ritenersi fortunato. L’amore è il bisogno più profondo e strutturale della nostra psiche capace di trasformare e di trasfigurare le cose che ci sono intorno. Anche gli atti più comuni della vita quotidiana diventano straordinari. Ciò ben fa comprendere come le delusioni amorose, l’aver confidato in un amore ritenendolo autentico e sincero, l’aver amato ma non essere stati ricambiati, produce un senso di profondo sconforto, avvilimento, tristezza. Oscar Wilde diceva che “Una vita senza amore è come un giardino senza sole dove i fiori sono morti. La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient’altro può portare”. Nei processi di separazione coniugale tante volte, gli avvocati devono rivestire il ruolo anche di psicologi. Fondamentale diviene educare alla ricerca del senso della vita. Una volta gli Oratori ecclesiastici, gli istituti scolastici elementari complementavano le famiglie nel loro ruolo di educatori di vita. Oggi, in una realtà convulsa e frenetica in cui domina una incertezza diffusa e la perdita di precisi riferimenti valoriali si assiste a un disorientamento emotivo e morale forte. Figli di famiglie in cui prevalgono logiche diverse da quelle esistenziali educative, saranno portati a ritenere che la vera essenza della vita sia quella legata al benessere materiale e non sia quella affettiva, sentimentale. Si può vivere autenticamente solo percorrendo quella strada che permette di comprendersi, riuscire a compartecipare e – conseguentemente – potersi responsabilizzare. E’ attraverso tali percorsi, infatti che ogni persona può trovare il proprio scopo e scoprire il senso del proprio essere al mondo. E. Fromm diceva che “si può dire che chi non prova gioia di vivere è portato a vendicarsi e a distruggere la vita degli altri, anziché rendersi conto che non riesce a dare un senso alla propria”.