di Monica Cerutti, Sinistra Ecologia Libertà
La visita alla Casa Circondariale di Torino ci ha permesso di fare una fotografia approfondita dello stato attuale della struttura carceraria. Non abbiamo voluto, a differenza di altre visite istituzionali, anche recenti, concentrare la nostra attenzione su qualche ospite più illustre di altri, constatando che dietro le sbarre le persone sono tutte uguali e il sovraffolamento rende le loro condizioni di permanenza nella struttura piuttosto pesanti. I detenuti sono infatti complessivamente 1540, di cui 783 italiani e 757 stranieri. Le donne sono 133, due delle quali sono lì con tre bambini. Ricordiamo che la capienza reale è di 1139. Dunque alta continua ad essere la percentuale del sovraffollamento. E su questa struttura gli ultimi provvedimenti svuotacarceri non hanno prodotto alcun effetto. Invece dovrebbero essere finalmente modificate le leggi riempicarceri: la Bossi-Fini sull’immigrazione del 2002, la ex Cirielli del 2005, che diminuisce i termini di prescrizione ma aumenta le pene per i recidivi, e la Fini-Giovanardi sulle droghe leggere del 2006. In questa situazione, fra i carcerati si è creata un’attesa spasmodica nei confronti di una possibile amnistia. Unica novità in positivo è l’applicazione a tre detenuti del braccialetto elettronico, a partire da fine giugno, all’interno della sperimentazione nazionale.
Per quanto riguarda il personale penitenziario, le unità sono 700 per la struttura e 160 per il nucleo di traduzione e piantonamento. A breve è però annunciata una nuova pianta organica a livello regionale, con una nuova assegnazione alle singole sedi del personale. Il numero di detenuti impiegati in attività interne è circa un centinaio, distribuito fra falegnameria, torrefazione, catering, lavanderia, vivaio e a breve l’avvio di un panificio. E’ stata anche stipulata una convenzione con la circoscrizione 5 per la manutenzione del verde pubblico. Partirà a settembre una classe del liceo artistico. Nella visita siamo venuti a contatto con diversi detenuti. Abbiamo visitato le sezioni Sestante dei malati pschiatrici e Prometeo dei detenuti seriopositivi. Le condizioni di vivibilità sono particolaremente precarie nelle sezioni dei nuovi arrivi, data anche la temporaneità presunta della permanenza in quelle aree, che non permette l’organizzazione di attività complemetari. In particolare abbiamo affrontato queste problematiche nella sezione femminile, con le detenute fra le quali anche Jonella Ligresti. Questo braccio della struttura è al completo e tutte lamentano la scarsezza di risorse. Mancano le forniture di base, a partire dalla carta igienica e gli assorbenti. Le celle sono spazi angusti che ospitano le detenute per 22 ore al giorno, essendo solo 2 le ore d’aria. Questi sono gli effetti di una politica nazionale di tagli e anche di scarsa attenzione alla risoluzione di problematiche pratiche, quale potrebbero essere la definizione e le modalità di accesso a beni di prima necessità. Invece tali privazioni rendono poco sostenibile la vita in cella e difficile di conseguenza il lavoro degli agenti penitenziari, come più volte denunciato da loro stessi.