Come vivevano i felici riscrive liberamente la storia di Bernard Madoff dalla parte di suo figlio, che a un anno di distanza dall’arresto del padre si uccide impiccandosi con il guinzaglio del cane. Il racconto diventa quasi più vero della storia reale e attraverso la lente della finzione mette in rilievo alcuni temi importanti che riguardano i nostri anni. Una famiglia, una società d’investimenti finanziari disonesta, un uomo che trascina nel crollo ogni cosa che tocca e gli appartiene, un diario stravolto, puro, senza risparmio. Con una voce ghiacciata e brillante, Come vivevano i felici è costruito attraverso visioni allucinate eppure incredibilmente puntuali, spietate, incastonate al pari di diamanti al centro perfetto di una corona che splende e insieme spaventa.
Ci troviamo al confine fra la disperazione e il sogno, nel luogo magico in cui il desiderio di evadere incontra il dolore più cieco. Flashback dopo flashback, questo libro ci restituisce il sottosuolo dei più estremi e veri sentimenti, ci strappa il fiato per ogni episodio di vita raccontato, per ogni giorno che simbolicamente coincide con le sbarre di una cella che non lascia scampo, con una prigione che è in primo luogo un deserto interiore, un cuore che non sa usare nessuna parola.
A esprimersi allora, come uno sguardo folle, come un’ombra fragorosa, saranno i pensieri del narratore, che con violenta eleganza fagocita qualsiasi azione, situazione o dettaglio, e tratta i momenti come macellerie grandiose in cui tutto può essere fatto a pezzi e venduto, consumato, scritto.
Massimiliano Governi è nato a Roma, dove vive. Ha pubblicato Il calciatore (Baldini & Castoldi, 1995), L’uomo che brucia (Einaudi – Stile libero, 2000), Parassiti (Einaudi – Stile libero, 2005), Chi scrive muore (Bompiani, 2011).