Casualmente gli ultimi argomenti affrontati riguardano alcune nuove ideologie come quella dell’immigrazionismo e del Gender, ora quello dell’ecologismo che, come hanno sostenuto fior di studiosi, ha preso il posto del marxismo soprattutto per le forme di intolleranza e di violenza. Le ideologie hanno un comune denominatore, quello di falsare la realtà, la concretezza, non tenere conto dei fatti. Gli ecologisti sono degli ideologi superlativi. Lo ha scritto Bjorn Lomborg nel suo “Stiamo freschi”, in pratica chi non accetta l’interpretazione corrente secondo cui l’umanità è responsabile del riscaldamento globale, viene etichettato come un negazionista simile a quello dell’Olocausto, giusto per dare un suggestivo messaggio sublimale. E a questo proposito Lomborg, scrive: “un giornalista australiano ha proposto di mettere fuorilegge i negazionisti del cambiamento climatico,’David Irving è stato arrestato in Austria per aver negato l’Olocausto. Forse è il caso di far diventare un reato anche la negazione dei cambiamenti climatici: dopo tutto, è un crimine contro l’umanità”.
Eppure quasi tutti gli argomenti che portano avanti le lobby ecologiste sul cambiamento climatico sono o si sono rilevate delle bufale, lo sostengono anche due studiosi, esperti, giornalisti cattolici, Antonio Gaspari e Riccardo Cascioli. Da alcuni anni producono inchieste a valanga per smascherare i falsi allarmi dei movimenti ecologisti. Nel giro di un decennio hanno scritto a quattro mani, cinque saggi interessanti: Le bugie degli ambientalisti 1 e 2 (2004 e 2006), Che tempo farà (2008), I Padroni del pianeta (2009), e l’ultimo 2012. Catastrofismo e fine dei tempi, tutti pubblicati dalla casa editrice Piemme. Gli autori oltre a smascherare la non scientificità delle tesi catastrofiche degli ecologisti, descrivono bene gli aspetti ideologici del movimento verde, quello che non riesce a fare Lomborg.
L’ecologismo sta diventando un sistema che governa le relazioni internazionali, a cominciare dall’Unione Europea. Ormai da tempo diversi gruppi ambientalisti e uomini politici ripetono che “i cambiamenti climatici pongono problemi alla sicurezza nazionale maggiori che non il terrorismo”. Ma le basi scientifiche su cui poggia l’impianto degli ecologisti sono discutibili, anche se spesso viene evocato “il consenso scientifico”, che poi se c’è è soltanto su alcuni pochi punti, ha ricordato uno dei maggiori climatologi mondiali, Richard S. Lindzen. Pertanto i continui allarmi hanno spesso motivazioni politiche. Tra l’altro “è difficile non essere scettici quando si nota che i maggiori propugnatori della tesi del riscaldamento globale sono gli stessi che non molto tempo fa agitavano lo spettro del raffreddamento globale”, come il caso di Steven Schneider, consigliere di Bill Clinton.
Secondo gli ecologisti i cambiamenti climatici avranno conseguenze catastrofiche che porteranno a un crollo della produzione di cibo con conseguenti carestie, milioni di morti per fame e ovviamente guerre, previsioni fatte negli anni settanta, per la glaciazione del pianeta, dimostratesi sbagliate, basta guardare tra le statistiche della FAO, l’organismo per l’ONU per l’agricoltura, la produzione complessiva è aumentata del 62,4%. Nessuna catastrofe, nessuna età glaciale incombente. Ora sta avvenendo la stessa cosa per il motivo opposto, il riscaldamento del pianeta.
“Si ha la netta percezione che i cambiamenti climatici siano in realtà un pretesto per raggiungere altri obiettivi. Quali? Per capirlo – scrivono Gaspari e Cascioli – possiamo notare che c’è un minimo comune denominatore negli opposti allarmismi che ci martellano da oltre trenta anni: la richiesta urgente di limitare al massimo le attività umane o, per essere più precisi, limitare al massimo la presenza umana sia quantitativa sia qualitativa”. Le modalità per raggiungere questo scopo sono due: “il controllo delle nascite, essenzialmente nei Paesi poveri (limitazione quantitativa), e lo stop allo sviluppo, a partire dai Paesi ricchi (limitazione qualitativa)”.
Gli autori dei libri che ho citato prima identificano tutta questa visione pessimistica catastrofica della realtà economica e sociale in una specie di biocentrismo ed ecocentrismo, presentati come nuove e avanzate concezioni del rapporto tra umanità e ambiente, il tutto si rivela, “funzionale a una ideologia panteista che in nome di una presunta difesa della flora e fauna ha indicato l’uomo il ‘cancro del pianeta’”
Pertanto secondo Cascioli e Gaspari, “la crescita demografica, il miglioramento delle condizioni di vita, le attività lavorative ed economiche intraprese dall’umanità sono state descritte dall’ideologia verde come la più grande minaccia alla sopravvivenza del pianeta”.
Per questo motivo “sono stati disegnati e diffusi per decenni scenari catastrofici quali la bomba demografica, (ha cominciato nel 1969,Paul Erlich, ossessionato dalla “crescita della popolazione”, scrivendo “The Population Bomb”) i cambiamenti climatici, la scomparsa delle foreste e della biodiversità, la scarsità delle risorse, la diffusione di virus e malattie, la scarsità alimentare, con l’intento di spaventare la popolazione e costringerla ad accettare misure di riduzione e selezione delle nascite, nonché misure di austerità economica quali l’enorme incremento dei prezzi dei combustibili, nuove tasse planetarie come la carbon tax, multe e pesanti limitazioni allo sviluppo infrastrutturale”.
Le potenti lobbies, associazioni e partiti verdi hanno raccontato bugie in un contesto di scenari apocalittici, agitando fantasmi e diffondendo solo paure e proponendo soluzioni che si sono dimostrate più dannose degli stessi problemi.
La bufala più evidente è quella della bomba popolazione uguale a quella atomica, prendendo per buone gli insegnamenti del pastore anglicano, Thomas Robert Malthus, “i guru del variegato arcipelago ecologista hanno sostenuto che la continua ed inarrestabile crescita della popolazione avrebbe provocato: fame, carestia, povertà scomparsa delle risorse, affollamento insostenibile del globo…”“Non era vero nulla, il vero problema è che oggi abbiamo le culle vuote e l’inverno demografico. In Europa si pratica un’interruzione volontaria di gravidanza ogni ventisette secondi, senza contare l’effetto delle pillole abortive. Mancano i giovani, e i sistemi pensionistici e sanitari rischiano di collassare”. Tutte bugie una dopo l’altra, dalla scomparsa delle foreste, a quella sull’energia nucleare, dal riscaldamento globale, ai treni ad alta velocità. In pratica l’ideologia eco pessimista l’unica industria a saper sviluppare è quella delle “paure”.
DOMENICO BONVEGNA
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