“Estorsione e reati ambientali. Connessioni?”, questo l’interrogativo che animerà il convegno organizzato dall’Associazione antiestorsione di Catania “Asaec”, che si svolgerà venerdì 8 novembre, ore 17.30, nell’aula magna della Facoltà di Scienze Politiche. Poco più di un anno fa, i soci Asaec avevano acceso il dibattito sul disinteresse dimostrato dalle ecomafie internazionali verso la salute dei lavoratori: «Lo scopo del secondo incontro – spiegano – è quello di focalizzare l’attenzione sullo stato della lotta alle ecomafie in Sicilia, di approfondire il tema delle larghe connivenze mafiose che sono necessarie al proliferare dei reati ambientali sul nostro territorio». L’Asaec dunque lancia un grido d’allarme: «L’informazione e la conoscenza di tali crimini – continuano i soci – può sensibilizzare l’opinione pubblica a riconoscere e denunciare ogni forma di incuria perpetrata a danno del nostro ambiente. Le ecomafie, che si alimentano anche attraverso l’estorsione e l’usura, non interferiscono esclusivamente con l’economia legale, ma compromettono irrimediabilmente la salute delle attuali e delle future generazioni di siciliani. Nessun reale cambiamento potrà mai avvenire senza la consapevolezza piena e la partecipazione attiva dei cittadini nel contrasto alla criminalità organizzata: non è più il tempo di delegare soltanto alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura il contrasto di tali reati.
L’argomento è particolarmente attuale anche perché in questi giorni sono state rese note le dichiarazioni del pentito che già nel 1996 metteva in guardia le autorità sul rischio di ammalarsi di cancro, che correvano i giovani da li a venti anni, se si fosse continuato a seppellire rifiuti tossici in Campania. Una “lotta” che l’associazione intitolata alla memoria di “Libero Grassi” porta avanti dal 1991, per dimostrare che «l’innocuo pagamento di una piccola estorsione serve ad alimentare la filiera criminale. Non soltanto – concludono – colui che paga non acquisisce alcun beneficio per sé o per la sua azienda, ma contribuisce a compromettere la salute dei suoi nipoti. Con le estorsioni si ottiene il consenso degli imprenditori mentre i proventi vengono investiti nel traffico di esseri umani, nella droga, nelle armi e soprattutto nello smaltimento dei rifiuti tossici dal nord al sud del mondo».
Al convegno – coordinato da Giovanni Tizian – interverranno: l’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica utilità Acque e rifiuti Nicolò Marino, il capocentro della Dia di Catania Angelo Bellomo, l’epidemiologo Anselmo Madeddu. Le conclusioni saranno affidate al procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi. Sono previsti anche gli interventi di “Lipu” e “Legambiente”.