Il Gruppo EveryOne si relaziona da tempo con l’amministrazione comunale di Genova, per evitare l’affermarsi di politiche di rifiuto e allontanamento di tante famiglie rom indigenti presenti in città. Sgomberi drammatici sono stati evitati e un canale di comunicazione è aperto con le autorità di forza pubblica, quelle sanitarie e i servizi sociali, per migliorare giorno dopo giorno la loro conoscenza dei diritti e delle esigenze del popolo rom. Il percorso intrapreso al Comune ha buone basi, mentre la nostra consulenza prosegue affinché le istituzioni locali comprendano come si debba compiere un passo ulteriore e sostituire ai progetti – ancorché "morbidi" – di rientro in patria con piani di convivenza virtuosa.
Rom, un campo in ogni municipio
da Il Secolo XIX
Genova, 31 ottobre 2013. Lasciarsi alle spalle i campi abusivi, favorendo il più possibile, ma sempre con il consenso dei diretti interessati, il rientro in patria. Allo stesso tempo, predisporre una rete di intervento di respiro cittadino, capace di intercettare le situazioni di disagio più estreme – donne con bambini e disabili e persone prive di una forma di sostentamento – offrendo un’ospitalità temporanea in alloggi-ponte del patrimonio pubblico. Infine, allestire nel territorio di ognuno dei nove Municipi di Genova un piccolo campo di transito, regolato da paletti precisi. In sintesi, è questo il nuovo approccio, più soft , ma che tende – nelle intenzioni – a una concreta soluzione, che il Comune sta mettendo a punto per affrontare la presenza di nomadi a Genova. Siano questi rom, o sinti e camminanti di nazionalità italiana.
«Il passato, anche recente – spiega l’assessore a Legalità e Diritti Elena Fiorini – ha mostrato una volta di più che i meri sgomberi non servono a nulla. Anzi, rappresentano una spesa per il Comune, che si accompagna a una costante riproposizione di tutti i problemi in altri luoghi».
Il percorso è entrato nel vivo nei giorni scorsi, con la convocazione dei presidenti dei Municipi interessati, oggi, da una presenza significativa di insediamenti, abusivi o autorizzati: a Palazzo Tursi il progetto è stato presentato a Mauro Avvenente per il Municipio Ponente, Giuseppe Spatola per il Medio Ponente, Franco Marenco per il Centro Ovest, Iole Murruni, Valpolcevera, e Agostino Gianelli, Bassa Valbisagno. Presto – e non senza che l’assenza dei colleghi facesse storcere il naso ai presenti – il processo coinvolgerà anche i restanti Municipi, dal Centro Est al Levante, passando per Media Valbisagno e Medio Levante. «Vogliamo costruire una rete. Perché l’intera città abbia la capacità e le risorse per rispondere. E, in questo modo, creare le premesse per il ripristino di condizioni di legalità».