La Toscana nel calendario 2014 di Caffè River

Nel nuovo calendario di Caffè River, firmato Giovanni Santi, protagonista è la Toscana.
Un 2014 accompagnato dai paesaggi toscani più evocativi e dagli sguardi più significativi sulla vita contemporanea, dalla campagna alle città. Così scrivono Pietro Clemente e Paolo De Simonis: "Ci vuole molto pensiero a fare un paesaggio. E anche tanti sguardi diversi. Quello di Ambrogio Lorenzetti, dipingendo il Buon Governo, pensò di vedere nella campagna attorno a Siena un mondo di regole e ordine che donava benessere alla città tramite l’agricoltura. Lorenzetti proiettava valori ed emozioni su colline, filari e poderi: come per secoli avrebbero continuato a fare viaggiatori, pittori, letterati e, più modernamente, fotografi, celebrando e variamente rappresentando quello che Fernand Braudel ha definito il “paesaggio più commovente del mondo” ‘Commovente’ perché profondamente progettato, trasformato e curato. Nel 1828 Cosimo Ridolfi, marchese e agronomo: “Sorgerà un piano là dove ora vedi quella voragine; e là dove ora è balza inaccessibile, scematane l’erta, nascerà una placida costa”. Tutti sguardi colti e lungimiranti, provenienti da fuori e dall’alto: chini invece su terra non propria gli sguardi dei contadini che il paesaggio lo costruivano ogni giorno con le loro mani ma non lo chiamavano così e soprattutto non lo rappresentavano su carte o tele che ancora ci orientano: quando infatti vediamo oggi uno scorcio di Toscana, e lo apprezziamo, è perché lo pensiamo come una forma e un ordine del mondo e della vita che abbiamo già incontrato grazie ai Macchiaioli e a Rosai, a Carducci, Pascoli, Tozzi, Papini, Luzi. Anche grazie a Emilio Sereni, grande storico dell’agricoltura che considerava peculiare della cultura toscana il convergere di tecniche e rapporti di lavoro con un gusto per la bellezza “nato di un sol getto” in Benozzo Gozzoli come in ogni contadino. Giovanni Santi segue le tracce di questa lunga vicenda che ci ha aiutato a pensare il paesaggio e ce lo porge allo sguardo perché lo vediamo, nel senso che guardiamo ma anche comprendiamo. Ci invita a proseguire oltre il quadro, o l’inquadratura, per ritrovare più ampie cornici di senso. Alternando campi lunghi e primi piani di persone, coltivazioni e credenze, le foto ci vincolano a non dimenticare la centralità delle azioni minute di uomini autori e custodi di una terra che pareva giardino ai viaggiatori del Grand Tour e che oggi conosce nuove interpretazioni. La montagna, le castagne, i grandi alberi, il lavoro degli orti che perpetuano antichi saperi contadini, la vendemmia, gli ulivi, una vita contemporanea attiva e capace di produrre reddito in una regione dove la campagna si conferma protagonista. Il vicino e il lontano, l’ordine e il disordine, la presenza umana o il silenzio della natura, la presenza delle tracce della città. La Toscana, anche nell’immaginario globale della sua eccellenza di luoghi e di spazi, nella location della pubblicità, resta una regione contadina. Perfino il mare è guardato dagli alberi".