La mafia non è affatto invincibile

di Francesca Pinaffo

Quando il direttore di IMG Press mi ha chiesto di scrivere un breve intervento sulla mafia, illustrandovi il mio punto di vista in proposito, ho accettato con entusiasmo: amo scrivere e, lo ammetto, rientro in quella schiera di studenti di giurisprudenza che si illuminano di fronte a parole come " diritto" e " giustizia", che leggono articoli, libri, guardano documentari su tutto ciò che può rientrare in questa materia di studio. Vorrei diventare magistrato, o almeno spero, così dico di solito a chi mi chiede cosa voglio fare del mio futuro.
La mafia, la camorra, la ‘ndrangheta… eccola, la criminalità organizzata. E’ facile informarsi, sapere tutto su questo morbo che affligge il nostro Paese da tempo immemorabile. Basta aprire un libro di storia e il gioco è fatto: l’origine del fenomeno mafioso, l’evolversi del fenomeno, gli anni delle stragi, l’antimafia, il maxiprocesso, la mafia oggi. Si possono imparare date, fatti, nomi di persone… sapere è facile, capire è difficile, praticamente impossibile per chi non è nato in quei luoghi.
Al Nord la mafia c’è, eccome, ma è nascosta e si muove nell’ombra, tra investimenti, politici e denaro, tra gli insospettabili di un casta in giacca e cravatta. Quando i giornali riportano la notizia dei comuni chiusi per infiltrazione mafiosa, quando si parla di denaro riciclato, di appalti truccati, di politici indagati…bè, noi del Nord rimaniamo sconvolti, pronunciamo frasi di indignazione, ma quella rimane per noi una notizia, come la madre che ha ucciso il figlio o come le baby prostitute. Qualcosa che ci sfiora, ma solo dall’esterno.
Al Sud invece questa è la realtà, è qualcosa di viscerale, che si ha dalla nascita. Una volta ho letto da qualche parte che quando muore qualcuno a Napoli, la prima cosa che i bambini chiedono è: chi gli ha sparato? Un’esagerazione certamente, ma la dice lunga sulla situazione. Non c’è bisogno di leggere poi tanto, si sa già tutto, è scritto nella loro storia.
Ma l’Italia, anche se qualcuno non vorrebbe, dal 1865 è una sola e anche la sua storia è una sola. La nostra storia.
Io questa storia l’ho sentita per la prima volta alle medie, il mio professore di lettere era originario di Napoli e un giorno ci fece vedere un DVD. Era un documentario sulla mafia, di quelli che vanno in onda in seconda serata, con foto, interviste e una musica inquietante di sottofondo. Forse è stata quella la prima volta che ho sentito parlare di Falcone e Borsellino, che ho visto i loro volti e ho sentito le loro parole. Ma soprattuto ho scoperto della loro morte, della brutalità con cui le loro vite sono state spezzate. Eroi? No, uomini di legge, veri uomini di legge, ma soprattuto veri uomini.
Non solo loro, tantissimi i giusti che hanno perso la vita in questa battaglia. " Gli uomini passano, le idee restano", così disse Falcone. Una frase da brividi.
E ancora più da brividi è scoprie che Falcone e Borsellino, i simboli dell’antimafia, in vita furono lasciati soli dalla politica, dai loro stessi colleghi e dai media, che li accusavano di manie di protagonismo. La mafia era già arrivata nei palazzi del potere e non bisognava ostacolare il potere. Le idee restano, però, quelle restano per sempre e ci sono ancora oggi, forti, sostenute e portate avanti da tutte quelle persone che continuano a combattere questa battaglia, con i mezzi che hanno a disposizione: la legge, la voce o la penna.
Qualche mese fa ho avuto la fortuna di incontrare Roberto Saviano, a una delle tante conferenze che fa in giro per l’Italia. Ho ascoltanto e memorizzato le sue parole, ma sorpattutto ho guardato i suoi occhi. Vivere con una scorta è orribile, ma questa è stata una sua scelta. Incredibile come un libro, pieno di verità, possa avere conseguenze del genere. Io quel libro me lo sono fatta autografare. A Francesca e accanto alla firma mi ha lasciato una piccola faccina sorridente, di quelle che si usano negli SMS. Il sorriso di chi sa di aver fatto la scelta giusta. Le idee fortunatamente producono altre idee.
"La mafia non è affatto invincibile. E’ un fatto umano e come tutti i fatti umani avrà un inizio e avrà anche una fine", lo disse sempre Falcone. Eccole le idee che devono restare.