Ipotiroidismo e le preoccupazioni dei pazienti per la sostituzione della terapia

Poco sale ma iodato e una dieta alimentare che preveda pesce e crostacei. Sono questi i consigli degli endocrinologi a chiusura del 7° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana della Tiroide (AIT): gli esperti hanno ribadito l’importanza della profilassi iodica per prevenire i disturbi legati al malfunzionamento della tiroide. La giusta quantità giornaliera di iodio è pari a 150 microgrammi nell’adulto.

L’ipotiroidismo è la più diffusa fra le patologie legate alla carenza iodica, soprattutto fra le donne, che vengono colpite in misura di una su dieci. Per questo motivo, durante la gravidanza le donne devono curare con particolare attenzione la propria dieta, che deve essere varia ed equilibrata, per garantire un giusto apporto di iodio; in questo modo è possibile evitare uno stato di ipotiroidismo, che sarebbe pericoloso non solo per la salute della mamma, ma anche per lo sviluppo cognitivo del bambino.

Nel corso del Congresso AIT, inoltre, forti le preoccupazioni espresse dai pazienti per l’introduzione del generico della levotiroxina per il trattamento dell’ipotiroidismo. Molto atteso l’intervento di Anna Maria Biancifiori, presidente del Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini, che ha sottolineato come al momento non ci siano ancora prove scientifiche dell’equivalenza tra farmaco originale e farmaco generico e come, in queste condizioni, sia meglio aspettare prima di cambiare farmaco. Secondo la rappresentante dei pazienti la terapia per l’ipotiroidismo ha un costo molto basso e potrebbero esserci altri modi per risparmiare. Inoltre, le prime segnalazioni avute dai pazienti sul generico non sono positive.
Preoccupazioni già espresse dalle Società Scientifiche di Endocrinologi; gli esperti hanno infatti ribadito che “I pazienti in corso di terapia con levotiroxina sodica devono essere mantenuti in trattamento con lo stesso prodotto. Se la preparazione viene cambiata, si rende necessario un controllo preciso ed accurato del TSH nei pazienti con ipotiroidismo primario e delle FT4 nei pazienti con ipotiroidismo centrale, entro 6 settimane per evitare potenziali effetti iatrogeni indesiderati”.