Mentre si sprecano note e commenti sul nuovo Papa quasi tutti pare abbiano dimenticato il Papa precedente, la cui recente rinuncia al soglio pontificio (non lontano è il fatidico 11 febbraio, ieri -1929- data della Conciliazione tra Stato italiano e Chiesa, oggi -2013- data dell’annuncio dell’abdicazione di Papa Benedetto XVI) ha aperto le porte all’avvento di Papa Francesco. Quanta diversità tra i due, ma anche quanta comunanza di sentire, nei principi e nella fede cristiana. Dobbiamo molta gratitudine a Papa Ratzinger che, mite e riservato, più teorico che pratico, conscio della sua debolezza e dei suoi limiti umani di fronte a un mondo crudele e spietato che sta sempre più allontanandosi dagli ideali cristiani, ha preferito cedere umilmente il testimone nella speranza che il suo successore possa guidare la Chiesa nella tempesta con quell’energia e quel vigore che lui si sentiva mancare. Una scelta sofferta, inusuale nella storia della Chiesa, che è risultata salutare ai fini di quel rinnovamento che molti auspicavano (ricordiamo le parole del Card. Martini “La Chiesa è indietro di 200 anni”!) e che ci auguriamo prosegua col nuovo Papa. Tanti Papi si sono succeduti nel corso della mia vita, ma di Benedetto XVI e del suo breve e “lieve” Pontificato e sopratutto del suo ultimo atto umile e generoso, quello dell’abdicazione, la Storia serberà un imperituro ricordo. In occasione del S. Natale formulo ai due Papi, Benedetto e Francesco, i più fervidi auguri per il proseguimento della loro opera di moralizzazione e di pace nella Chiesa e nel mondo.
Giovanni Dotti