di Orietta Antonini
Presidente Cooperativa sociale Itaca
Dei pinguini conoscevo solo il colore, la forma e quella buffa camminata. Poi, sì, sapevo che forse erano socievoli, perché li ho visti fotografati spesso in comitiva (e la ragione non poteva essere che patiscono il freddo). Sono il miglior esempio di conciliazione in natura: le pinguine e i pinguini collaborano alla pari e si scambiano i ruoli nel lavoro di cura della prole e della comunità. Per questo l’Unione Europea ha scelto questa immagine per dedicare il 2014 alla conciliazione tra lavoro e vita familiare.
Equilibrio tra vita lavorativa e vita privata è una questione culturale, prima ancora che di pari opportunità, e non riguarda solo le donne.
Servono più risorse, più servizi, più flessibilità lavorativa, ma occorre prima di tutto un cambiamento culturale nell’approccio al lavoro di cura, che non può riguardare – come invece è, salvo eccezioni – solo la sfera femminile.
Le macro strategie elaborate negli ultimi decenni si sono focalizzate su misure di conciliazione – dall’aumento dei servizi all’infanzia a misure specifiche per aumentare l’occupazione femminile – e hanno escluso, almeno in Italia, le politiche che miravano alla parità, tra tutte l’introduzione del congedo parentale obbligatorio per la paternità. Nella maggior parte dei casi sono rimaste strategie solo sulla carta, perché la crisi (ma non solo quella) ha fatto il resto, tagliando risorse e bloccando investimenti.
Nella Cooperativa Itaca la presenza femminile nella base sociale e lavorativa è pari all’83%. È un’oggettività che mostriamo con orgoglio, prima di tutto perché dimostra come sia possibile creare e gestire un’organizzazione imprenditoriale anche se siamo quasi tutte giovani donne (39 anni l’età media in Itaca). E, come stiamo dimostrando noi, è anche possibile migliorarle le organizzazioni, non solo con investimenti economici (anche limitati), ma promuovendo una cultura di pari opportunità e conciliazione.
Educare alla condivisione e al coinvolgimento degli uomini nel lavoro di cura è indispensabile per modificare la cultura e la visione di genere nella famiglia, nel lavoro, nei servizi, nella vita pubblica, nella politica.
I profili professionali dedicati alla cura sono prevalentemente femminili. È un dato oggettivo che conferma un modello sociale e culturale ben definito, che vede in mano alle donne una fetta fondamentale di welfare al quale, tuttavia, si stanno sottraendo sempre più risorse economiche, con effetti a catena devastanti per l’intera società.
Non so come sia la vista dei pinguini, la nostra finora è stata corta. In molto relazioni socio economiche si legge del rapporto diretto tra conciliazione ed esclusione sociale, e quindi della necessità di investire su tali politiche come misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Ebbene, non siamo stati certo né acuti né lungimiranti.
Perciò ci aspettiamo che questa dedica del 2014 come Anno Europeo per la Conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare – che coincide con il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea – ci consenta di ampliare la trattazione delle politiche di conciliazione alla stregua di modelli culturali, sociali ed economici. Non ci limiteremo a parlare di asili, ma dei tempi della città e dei servizi, di trasporti, di semplificazione, di tecnologie, … ovvero di tutto ciò che potrà permettere alle donne e agli uomini di vivere meglio i molti ruoli che ricoprono all’interno di una comunità. Tutto questo riguarda le politiche di conciliazione.
Certo, per il pinguino è più facile, mentre uno cova l’altra va a pesca e viceversa, ma solo integrando questo comportamento animale nella nostra quotidianità costruiremo veramente le pari opportunità.