Il 30,8% non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate. Per questa domanda è stato registrato un tasso di non risposta decisamente alto (12%) che potrebbe indicare un disagio maggiore rispetto a quello rilevato. Tra quanti arrivano comunque alla fine mese non manca chi, il 51,8%, vi riesce soltanto utilizzando i propri risparmi. Tentare di risparmiare qualcosa risulta praticamente impossibile per tre italiani su quattro (74,7%). Sul versante delle difficoltà incontrate dagli intervistati nel pagamento delle rate del mutuo o nel saldo mensile dell’affitto per la casa, si registra nel primo caso un disagio che tocca il 29,1% e, nel secondo, il 26,8%. Il numero di quanti hanno preferito non indicare una risposta precisa tocca livelli elevati (rispettivamente il 21,5% e il 30%) tali da far ritenere più alta la quota di chi ha difficoltà a far fronte all’impegno mensile per saldare la rata del mutuo o l’affitto della propria casa. Le regioni più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno dove si manifesta la più alta concentrazione di chi non arriva a fine mese (41,9% per il Sud) o di essere costretti per questo scopo ad utilizzare i propri risparmi (il 64% per il Sud e il 58,9% per le Isole). Disoccupati o inoccupati, ovvero in cerca di nuova o prima occupazione si confermano le categorie maggiormente in difficoltà, incapaci di arrivare a fine mese rispettivamente nel 44% e nel 48% dei casi oppure costretti ad utilizzare i propri risparmi, nel 72% e nel 68% dei casi.
RISPETTO ALLE PROSPETTIVE FUTURE DI RISPARMIO, per il 65,2% è un’eventualità improbabile (36%) o impossibile (29,3%) nel prossimo anno.
PRESTITI CONTRATTI PER PAGARE DEBITI ACCUMULATI IN PRECEDENZA. Accanto alla situazione di profonda crisi denunciata dalla larga parte dei cittadini, emerge un ulteriore indicatore del disagio: uno su quattro ha avuto necessità di ricorrere ad un prestito bancario nell’ultimo triennio. Le motivazioni più ricorrenti sono il saldo di debiti precedentemente accumulati (31,1%) e il mutuo per la casa (28,4%); mentre sono attorno al 16%, quelle determinate dal pagamento di spese per eventi particolari, come matrimoni, cresime, battesimi o dall’esigenza di saldare prestiti contratti con altre banche. Nell’11,2% dei casi si è trattato di un prestito tra i 50mila e i 100mila euro; la stessa percentuale ha riguardato i finanziamenti contratti per un importo di 100mila euro e oltre. Mentre prestiti minori, da 10.000 a 30.000 euro, sono stati contratti nel 20,9% dei casi. Il numero maggiore di prestiti erogati è invece quello che va da 1.000 a 10.000 euro (31%).
PERDITA DEL POTERE D’ACQUISTO: UNA REALTÀ PER 7 ITALIANI SU 10. Il 69,9% degli italiani ha constatato, nel corso dell’ultimo anno, una perdita del proprio potere di acquisto (24,1% “molto” e il 45,8% “abbastanza”). Il 25,1% ha riscontrato invece una riduzione minima della capacità di fare acquisti attraverso le proprie entrate. Solo il 4,5% non ha dovuto affatto affrontare questo problema. Su che cosa in particolare risparmiano gli italiani? Se l’84,3% riduce le risorse destinate ai regali, l’81% taglia le spese per i pasti fuori casa e il 75,3% privilegia l’acquisto di prodotti di abbigliamento presso punti vendita più economici come grandi magazzini, mercatini, outlet. L’82,9% aspetta i saldi per acquistare. Per quanto riguarda l’acquisto di generi alimentari, si cambia marca di un prodotto se più conveniente (75,9%) o ci si rivolge ai discount (58%). Nei casi di recessione, si riducono naturalmente le spese superflue come quelle per il tempo libero (76,8%), i viaggi e le vacanze (72,3%) e l’estetista/parrucchiere (77,8%). In molti (71,6%) tagliano anche le spese per articoli tecnologici. Se gli italiani preferiscono ridurre il superfluo sono però restii a fare ricorso al mercato dell’usato (25,9%). Per risparmiare, il 44% effettua acquisti online o utilizza i mezzi pubblici (40,9%) riducendo le spese dell’auto e in particolare quelle della benzina.
RESTO A CASA, MI CONVIENE. Nel rivedere il proprio stile di vita, gli italiani dichiarano di aver limitato le uscite fuori casa (78,5%) e di andare più spesso a pranzo/cena dai propri genitori (41%). Abitudine diffusa anche quella di portarsi al lavoro il pranzo da casa (42,7%). E la casa sta tornando ad essere un luogo di ritrovo, dove ci si riunisce per una cena con gli amici, al posto della pizzeria o del ristorante (66,8%), o semplicemente per guardare un film in dvd/in streaming, piuttosto che andare al cinema (66,6%).
RINUNCIO A TUTTO, MA NON… Se costretti a ridurre le spese, non rinuncerebbero ai prodotti alimentari di qualità (37,2%), agli spostamenti in macchina e in moto (12,6%) e agli abiti di marca (10,1%).
RATEIZZAZIONI, SOPRATTUTTO PER L’ACQUISTO DI BENI DUREVOLI. Le difficoltà del Paese sono evidenziate anche dalla diffusione dei pagamenti rateizzati nel tempo a cui, negli ultimi dodici mesi, ha fatto ricorso il 29% degli intervistati per effettuare acquisti. Gli italiani utilizzano il pagamento rateizzato per beni considerati “durevoli”: elettrodomestici (37%), automobili (36,4%), computer e telefonini (22,7%), arredamento (23,5%) e non per lussi o beni deperibili (alimentari, viaggi, vestiti). È preoccupante considerare che il 22,4% ricorre alla rateizzazione per far fronte anche alle cure mediche.