Secondo il rapporto WWF, realizzato con la collaborazione scientifica della Seconda Università di Napoli, nel 2012 abbiamo sprecato in Italia fino a 1226 milioni di metri cubi d’acqua utilizzata per produrre cibo che è stato gettato senza essere consumato: il 46% per lo spreco di carne, il 29% per cereali e derivati, il 22% di frutta, verdura e tuberi e il 3% per latte e derivati.
Di questi, 706 milioni di m3 sono in capo ai consumatori, mentre 520 milioni di metri cubi si sono persi lungo la filiera prima ancora di arrivare nelle case. Sul fronte delle emissioni, sono 24,5 milioni le tonnellate equivalenti di CO2 immesse inutilmente in atmosfera per produrre beni alimentari sprecati: di queste 14,3 milioni di tonnellate di CO2e associate al cibo sprecato dai consumatori e 10,2 milioni di tonnellate associate alle perdite lungo la filiera alimentare. Infine, abbiamo sprecato circa 228.900 tonnellate di azoto reattivo contenuto nei fertilizzanti (143.100 tonnellate sprecate dai consumatori, 85.800 tonnellate lungo la filiera), vale a dire che il 36% dell’azoto immesso nell’ambiente, che provoca gravissimi impatti sulla qualità delle acque e sulle specie che popolano gli ecosistemi idrici, poteva dunque essere evitato.