Le proteine hanno una funzione strutturale che le rende fondamentali in ogni fase della vita: dall’infanzia fino alla terza età. Soprattutto gli anziani, a partire dai 65 anni, vanno incontro a una riduzione progressiva del peso che può avere serie ripercussioni sulla salute fisica. Muscoli meno allenati e ossa più fragili aumentano infatti le probabilità di andare incontro a limitazioni dei movimenti e osteoporosi. Uno studio pubblicato nel 2010 su International Journal of Obesity ha evidenziato come una perdita uguale o superiore al 15% del peso corporeo sia associata a un aggravamento delle condizioni di salute di uomini e donne: anche nei soggetti in sovrappeso o obesi.
Un dato che fa riflettere e ribadisce quanto sia importante, nel corso della terza età, seguire una dieta equilibrata e bilanciata in tutti i nutrienti. Un’ampia ricerca epidemiologica, i cui risultati sono stati appena pubblicati su The Journal of Nutrition ha evidenziato come un adeguato intake proteico nel corso della terza età prevenga la perdita di peso e, di conseguenza, i possibili effetti negativi per la salute. Secondo le indicazioni diffuse attraverso i recenti LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti), con l’inizio della terza età – dai 65 anni in poi – la Società Italiana di Nutrizione Umana raccomanda, nello stesso modo a uomini e donne, di consumare 0,9 grammi di proteine al giorno, per chilogrammo di peso corporeo. Ciò vuol dire che un uomo che pesa 70 chilogrammi dovrebbe consumare quotidianamente almeno 63 grammi di proteine. Livelli che, in un target di popolazione che tende a mangiare in maniera meno variegata, non appartengono alla dieta di molti anziani e che, se non rispettati, li espongono a diversi rischi per la salute. «Una dieta equilibrata per un soggetto anziano deve prevedere che il 15% dell’energia introdotta arrivi dalle proteine», afferma Giuseppe Paolisso, Professore Ordinario di Medicina Interna e Geriatria alla Seconda Università degli Studi di Napoli, nel pamphlet “Dieta per anziani in tempi di crisi”, presentato nel corso dell’ultimo congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria. Non tutte le proteine, però, sono uguali. Quelle ‘nobili’, ritenute di maggiore qualità perché in possesso di tutti gli amminoacidi essenziali, sono una prerogativa della carne, in grado di apportare, prontamente e nelle proporzioni adeguate, tutti i “mattoncini” che saranno poi coinvolti nella sintesi di nuove proteine.
Oltre alla regolare pratica di attività fisica, dunque, l’organismo degli anziani ha bisogno di ingerire cibi ricchi in amminoacidi essenziali che l’uomo non è in grado di sintetizzare. L’allungamento della vita media ha reso necessario adeguare l’alimentazione alle particolari esigenze di un gruppo crescente di persone mature e anziane, fornendo loro alimenti con limitato apporto calorico, ma al contempo nutrienti e ricchi di fattori plastici. Per queste persone è importante scegliere alimenti gustosi, nutrienti e facilmente conservabili, come la Bresaola della Valtellina IGP: in grado di apportare più di 33 grammi di proteine, di elevato valore biologico e di facile digestione, per cento di prodotto consumato. Per l’anziano è essenziale soddisfare il fabbisogno di alcuni micronutrienti: come calcio, fosforo e zinco. Anche il selenio è un minerale importante per contrastare l’invecchiamento, insieme a vitamine antiossidanti come la C e la E. Il gusto allettante e l’ottima appetibilità, insieme alla facile masticabilità delle sottili fette di Bresaola della Valtellina Igp, aiutano a soddisfare le esigenze nutrizionali di questa fase così delicata della vita. Gusto, benessere e tradizione: la Bresaola della Valtellina IGP racchiude tutti i valori che oggi i consumatori ricercano sempre con maggior frequenza a tavola.