di Roberto Malini
Si conclude domani, lunedì 5 maggio, la mostra di Rebecca Covaciu alla Stanza dell’Aliprandi, spazio espositivo in via Madonnina n° 3, nel cuore di Brera. Ieri pomeriggio, Rebecca ci ha accolti con il suo luminoso sorriso e un fiume di novità, progetti, idee. Oltre alla pittura, che resta in cima ai suoi pensieri, la giovane artista si dedica ora alla scultura, alla poesia, al teatro e alla musica. Una delle sue sculture è esposta alla Stanza dell’Aliprandi: un volto di donna in gasbeton. Recita in una compagnia teatrale e studia violino con il maestro Uri Chameides, grande musicista e didatta israeliano, co-fondatore dell’Accademia Musiale di Brera. Chameides crede nel futuro di Rebecca anche nel campo della musica e la segue con particolare attenzione. Mentre si susseguno i visitatori, che apprezzano con entusiasmo le opere esposte, Rebecca ci dà un saggio dei suoi progressi con il violino. I suoi nuovi dipinti sono stupendi e rappresentano i sogni di una giovane artista Rom che non smette mai di credere, di avere speranza. "Nei miei quadri l’odio, la violenza, le ruspe che devastano ogni giorno il mondo dei Rom sono lontani" mi dice con gli occhi lucidi "e si vedono i giovani danzare, fare musica, sedersi a tavola insieme, innamorarsi. Le nuvole, quando un raggio di sole le raggiunge, prendono forma di angeli e anche nelle lacrime si specchiano la nostra vita e il nostro desiderio di essere felici".