Debutto graffiante quello della sezione letteraria di “Spazio al Sud”, il programma organizzato dall’associazione “Arte & Cultura a Taormina” – che vede il patrocinio del Comune di Taormina, Taormina Arte, Associazione Imprenditori, la sponsorizzazione di Associazione Albergatori, Metropole Taormina Maison d’Hôtes e Ottica Fiumara – e declinato in vari eventi da maggio a novembre 2014. Ad aprire la sequenza della dozzina di scrittori che si susseguiranno nell’elegante salone a vetrate dell’Excelsior Palace Hotel, martedì 20 maggio, alle ore 18:30, sarà Stefano Amato ed il suo ”Il 49esimo Stato”, edito dalla Indies, la nuova collana di Feltrinelli che pubblica testi in collaborazione con case editrici medio-piccole e indipendenti, attente alla ricerca ed alla sperimentazione, come Transeuropa. Un debutto sin dalla copertina del libro, dissacrante citazione grafica in versione sicula della Campbell Soup made in USA, assurta a icona mondiale della società consumista grazie alla dirompente forza mediatica consapevolmente regalatale da un provocatorio Andy Warhol che, con un’operazione decisamente “corsara”, trasformò un sin lì anonimo barattolo di zuppa in creazione artistica. Simbolo, orgogliosamente esibito e sfacciatamente elevato ad arte, di quella tanto mitizzata “american way of life” dove, secondo l’artista statunitense, per il fatto stesso che tutti mangiano le stesse cose, tutti hanno le stesse possibilità di far carriera, ottemperando in tal modo al realizzarsi di quel principio di uguaglianza tanto caro alla società nord-americana.
Anche Amato fa del suo “barattolo” in copertina un simbolo. Ma della “sconfitta” politica, sociale e culturale subita dalla Sicilia che, alla fine del secondo conflitto mondiale, grazie ad accordi, legami ed interessi tra gruppi di potere, latifondisti, cosche mafiose e politici riciclati del vecchio regime fascista si ritrova ad essere, appunto, il 49° Stato dell’Unione, quarantanovesima stellina della “Stars and Stripes”. Avamposto strategico opportunamente dislocato nel cuore del Mediterraneo per controllare e contenere la minaccia del comunismo in Italia e nel resto dell’Europa. E che, nel 1978, anno in cui Amato ci immette nel racconto, si prepara a celebrare in pompa magna i trent’anni di subalternità – sorry, di “annessione” – agli USA ed alla sua egemonia politico-culturale tra ipocriti discorsi di rito, paludate cerimonie ufficiali ed assordanti concerti punk- rock per i più giovani, come quello dei famosissimi Ramones, cui i giovani musicisti americani “indigeni” Jeff, Harry, George e Lucky – i “Dead Giulianos” – vogliono assolutamente partecipare come gruppo di supporto e di apertura. Solo che siamo nel 1978, in quei terribili anni ’70 segnati dal sangue delle “gambizzazioni”, degli opposti estremismi, degli attentati, del terrorismo dal doppio colore, del rapimento di Aldo Moro… ed i ragazzi, americani di Sicilia, ne dovranno tenere conto. Divertente, ironico, straniante ed amaro “Il 49° Stato” si legge d’un fiato e, riposto, da buon romanzo ucronico suscita una serie di spunti e di riflessioni non solo sugli effetti storico-sociali che un’ipotesi del genere avrebbe avuto ma, soprattutto, sulla situazione politica mondiale di oggi dalla complessità di difficile lettura, costellata com’è da talmente tante zone buie ed oscuri interessi trans-nazionali. Il trentasettenne libraio/scrittore siracusano, reduce dal grande successo sul web de “L’apprendista Libraio”, vincitore del “Macchianera Blog Awards 2013” come miglior blog letterario, ha al suo attivo, oltre una serie di racconti publicati su Linus, Maltese narrazioni ed altre riviste cartacee e online, ”Soggetti del verbo perdere” (2007), “Le sirene di Rotterdam” e la”Guida letteraria alla sopravvivenza in tempo di crisi” (2009), scritto a quattro mani con Fabio Genovesi, gli e-book ”Domani gli uccellini canteranno” (Nulla die) del 2011 e “Avete il gabbiano Jonatham Listerine?” (2013), oltre che la traduzione di “The Inverted Forest”, un breve romanzo inedito di J. D. Salinger.