Con qualche escamotage di coloro che sono esperti degli “agguati” parlamentari, la legge che doveva portare all’approvazione definitiva della possibilità di attribuire ai propri figli il/i cognome/i desiderato/i è naufragata. Responsabili principali -pare- alcuni deputati dell’opposizione di destra e altri di maggioranza (Pd). Ci sono alcuni temi che nel nostro Parlamento non riescono mai ad andare a termine, non importa se approvati o bocciati, ma proprio a terminare il loro iter. Quello del doppio cognome è tra questi; altri -storici- sono comunque legati alla voglia del potere di voler condizionare la sfera della vita privata degli individui, condizionamento basato su impostazioni autoritarie, violente e maschiliste; destra o sinistra, poco importa: la tipica mentalità fascista italiana è trasversale rispetto a come i singoli deputati si collocano nell’emiciclo o si ingraziano il capo-partito per farsi includere nelle liste di coloro che devono essere nominati nell’istituzione parlamentare. Oltre al senso di vergogna e di schifo che in genere -e ancora- mi prende in casi del genere, con un guizzo di vita, liberta’ e ribellione riesco a non farmi sopraffare ed invitare alla lotta chiunque non abbia voglia di continuare a farsi mettere i piedi in testa. Sto parlando di vita vissuta, quella per cui oggi mia figlia di otto anni, porta il cognome della mamma e il cognome del babbo, pur essendo mia figlia a tutti gli effetti genetici e legali. Il “trucco” è questo. Quando nasce il bimbo, il padre, pur magari presente al parto e partecipandovi per quanto possibile, non deve riconoscere il figlio come proprio, per cui al bimbo viene messo il cognome della mamma. Dopo alcuni mesi il babbo, col consenso della mamma, può presentare richiesta al proprio Comune (in genere c’e’ un ufficio apposito con altrettanta apposita modulistica, in web si trova tutto) di riconoscimento del bimbo e aggiunta del proprio cognome a quello della mamma. Il Comune istruisce la pratica e la comunica al tribunale dei minori per l’apposito nullaosta. Tempo un annetto il bimbo ha il doppio cognome, ed essendo un figlio nato fuori del matrimonio, grazie ad una recente legge, non esiste piu’ che i cosiddetti figli naturali siano di serie B rispetto agli altri, soprattutto per i rapporti economici e parentali. Occorre ricordarsi, per semplificarsi la vita, di cambiargli anche il codice fiscale che, automaticamente, gli viene dato alla nascita, in modo che contenga tutti gli elementi del nome e dei due cognomi. Costo dell’operazione, pressochè zero, a parte il tempo per stargli dietro e andare nei vari uffici. Poi quando il bimbo avrà diciotto anni, deciderà da sè cosa fare dei propri dati anagrafici. Certo sarebbe meglio non dover sottostare a questa “tortura” burocratica, ma per non farsi mettere i piedi in testa e -almeno nel proprio intimo- non farsi sconfiggere da questi fascisti, quanto descritto può essere utile.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc