Numeri da far tremare i polsi quelli diffusi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in un rapporto del gennaio 2015. Almeno 3.500 i minori non accompagnati “irreperibili”, dopo essere stati ospitati in strutture di accoglienza. Dietro questi dati c’è spesso la criminalità organizzata ed il caporalato che fa business sulle giovani vite in fuga dai propri paesi. Giovani e giovanissimi minori di 18 anni, sono compresi in questi dati anche bambini di età inferiore ai dieci anni, i cui genitori sono morti o scomparsi nelle guerre in atto nei loro paesi e che cercano di raggiungere amici o parenti che lavorano stabilmente in altri paesi dell’UE. Cercano un futuro migliore e si trovano invece ad essere coinvolti nel mercato della droga, della prostituzione e del lavoro nero. L’Europa ha il dovere di intervenire ed arginare il fenomeno della scomparsa dei minori, in quanto soggetti vulnerabili meritevoli di maggiore cura e attenzione. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha anche stabilito che gli Stati hanno la responsabilità di tutelare i minori non accompagnati e di non abbandonarli a se stessi dopo il rilascio, ma è chiaro che, alla luce dei dati succitati, occorre migliorare la regolamentazione attuale. Ad oggi manca, a livello europeo, una disciplina uniforme tra gli Stati membri, su chi debba prendersi in carico i minori non accompagnati al momento del loro arrivo nelle more della richiesta di protezione internazionale. Anche questo vuoto contribuisce al fenomeno della scomparsa dei minori. In virtù di ciò ho apportato il mio contributo ad una proposta legislativa della Commissione Europea per la modifica del regolamento di Dublino sull’individuazione dello Stato membro competente per l’esame di richiesta di protezione internazionale del minore non accompagnato. Tale proposta legislativa rappresenta un’eccezione alla regola generale del Regolamento di Dublino, che vede il primo Paese di approdo quale Stato responsabile della richiesta di protezione internazionale. Con riguardo ai minori, si prevede invece che si debba avere riguardo all’interesse superiore del minore, con ciò derogando alla regola generale. Gli emendamenti presentati vanno nella direzione di diminuire i tempi delle procedure relative alle richieste di protezione internazionale, evitare trasferimenti del minore non accompagnato non necessari, assicurare standard di sicurezza tali da evitare che il minore risulti vittima del traffico di esseri umani o di altre forme di sfruttamento o violenza.
Le associazioni di volontariato ogni giorno lanciano allarmi e bollettini scoraggianti sulla scomparsa dei minori, chiedendo normative adeguate ed un maggiore coinvolgimento dell’Ue. Come Movimento 5 Stelle in Europa non ci sottraiamo a questa emergenza e rimarremo vigili sul caso.
Laura Ferrara
Portavoce Movimento Cinque Stelle al Parlamento Europeo