DIALOGO INTERRELIGIOSO, LA FATTIBILITÀ DELLA PIAZZA DELLE TRE CULTURE

Una proposta ambiziosa e monumentale che lasci il segno nel tempo, una nuova dimensione culturale che possa radicarsi nelle coscienze e nelle generazioni future, una ridefinizione del ruolo della Sicilia nella realtà politica, economica e sociale, ma anche nell’immaginario collettivo, ancora spesso legato a radicati stereotipi. La Piazza delle Tre Culture – quella che riunisce in una stessa agorà una sinagoga, una chiesa, una moschea e i loro rispettivi istituti di cultura – da ieri non è più solo una visione utopica ma un progetto fattibile. Il suo ideatore, l’ingegnere catanese Francesco Nicolosi Fazio, lo ha presentato pubblicamente per la prima volta, dopo decenni di studi. Un’idea profondamente personale ma allo stesso tempo di tutti, perché «è aprendo un dibattito pubblico che si determina quell’humus culturale che può portare alla realizzazione» ha affermato Nicolosi Fazio.
«La città di Catania è la collocazione ideale – ha detto – alcuni dati anagrafici e storici confortano questa ipotesi: il capoluogo etneo ha una proverbiale tradizione di accoglienza, basti pensare alla presenza di popolazioni di origine extra-comunale paragonabile alle grandi città dell’Europa continentale. Catania è gemellata con Rabat, Grenoble e l’università di Lione, con fiorenti comunità di fedi differenti. E poi: la presenza della base di Sigonella, il polo tecnologico internazionale, il patrimonio dell’Umanità, la Scuola Svizzera. La Piazza delle Tre Culture può diventare per la classe dirigente e culturale un momento di rivalsa per rilanciare un’idea superiore del ruolo che la nostra terra può e deve avere nel Mediterraneo».
Quanto e dove è fattibile il progetto? Dal punto di vista tecnico ha fornito le risposte l’urbanista ed esperto in edilizia del Culto Maurizio Erbicella: «Secondo dati ufficiali esistono comunità siciliane dove la presenza di immigrati d’altra fede è pari a più di un terzo della popolazione. Non parliamo quindi di utopie ma di necessità per la realizzazione di una città per l’Uomo. In questa fase preliminare l’individuazione del sito non è soltanto una questione urbanistica ma anche di volontà politica, perché si tratta di un progetto di ampiezza mondiale e di impegno notevole per il dialogo tra i popoli. L’ipotesi potrebbe partire dall’area a Sud della città, tenendo conto della necessità di un luogo dove gli edifici possano essere eretti in modo paritario, in senso geografico e altimetrico».
Una volta definita la questione del “se e quando” il passo successivo è il reperimento delle necessarie coperture finanziare. Su questo fronte l’economista Giovanni Massimiliano Consoli ha redatto un’analisi preliminare di fattibilità: «Programmi comunitari come Fesr e Horizon 2020 sono di grande aiuto per il sostegno monetario dell’iniziativa – ha specificato – il comparto del turismo religioso è di forte interesse economico: i dati del 2012 dell’Organizzazione mondiale del Turismo confermano che il flusso d’affari planetario si aggira sui 18 miliardi di dollari, movimentando circa 300 milioni di persone. In Italia le cifre sono di circa 12,5 milioni di pernottamenti che generano un introito di circa 1 miliardo di euro».
Dal proprio canto l’Amministrazione comunale di Catania – che Nicolosi Fazio ringrazia per l’interesse dimostrato, «dopo quindici anni di tentativi di dialogo e dopo il plauso verbale nel 2011 del progettista del Prg» – si dichiara disponibile a confrontarsi sulla proposta: «Nella città del domani, che progetteremo e svilupperemo sull’area vasta di dimensione metropolitana – ha detto l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo – dobbiamo obbligatoriamente tenere conto delle presenze multietniche che risiedono nel nostro territorio, offrendo loro possibilità d’integrazione. In questa direzione è opportuno contribuire al progetto generoso, umile ma ricco di passione dell’ing. Nicolosi, mettendo in moto l’intera città e dunque coinvolgendo gli ordini professionali e le associazioni cittadine, predisponendo bandi per concorsi di idee, in altre parole dialogando».
E proprio il dialogo è il fulcro che può concretizzare la realtà: «Per la progettazione esecutiva – ha concluso Nicolosi Fazio – si dovranno stringere le opportune relazioni internazionali, individuando gli interlocutori necessari per ciascuna delle tre religioni. D’altronde i criteri di convivenza e di proficuo confronto sono gli obiettivi veri e ultimi della proposta».
Un plauso all’iniziativa è giunto, tramite videomessaggio, dall’europarlamentare Michela Giuffrida. Sono intervenuti inoltre il rabbino di Siracusa Stefano Di Mauro, che ha definito «speciale» il momento dell’incontro; il poeta e scrittore Mario Grasso; Angelica Faro di Catania Città Aperta; l’attrice Laura Giordani che ha recitato alcuni brani sui temi del dialogo e dell’accoglienza; e il maestro Franco Politano che ha presentato il modello della scultura da lui realizzata come simbolo dell’iniziativa.