“Ho scritto questo libro per testimoniare ventidue anni di lacerazione tra l’Amore di Dio e quello di una donna. Ho vissuto questi anni in un sentimento di doppia colpevolezza: quella di essere infedele alla Chiesa che servivo e quella di privare la mia compagna di una felicità alla luce del sole. Tuttavia sono sempre stato felice di essere prete. Ma perché questo doloroso obbligo del celibato?”
“Per amore di una donna… Escluso dalla Chiesa” di Padre Léon Laclau (Edizioni IMGPress, 2015) è il coming out coraggioso di un sacerdote dell’ordine religioso dei preti di Bétharram, che racconta con franchezza la sua quotidianità di prete in prima linea, di una fede concretizzata nella vita più che nei riti e nelle cerimonie, condivisa per oltre venti anni con una donna, dapprima in totale segreto e dopo con una convivenza di fronte agli occhi di tutti.
Il 23 aprile 2007 Padre Léon Laclau è convocato al santuario di Bétharram, sede della casa provinciale e luogo storico della nascita della congregazione, padre Benat Oyhénart, responsabile della provincia francese, gli consegna una lettera ufficiale del vescovo di Bayonne, Lescar e Oloron, Pierre Moléres, dove gli lascia due possibilità: «rientrare subito nei ranghi», rompendo quindi con Marga, sua compagna di vita da oltre venti anni, e accettare una missione in Africa, o abbandonare lo stato religioso. Nonostante la stima di cui godeva Padre Laclau, il suo diretto superiore, mons. Pietro Molères adotta una misura estremamente dura e disumana, lo solleva dalle sue funzioni di parroco e di cappellano e gli intima di lasciare al più presto la canonica. Questo provoca la ribellione dei fedeli dei dieci villaggi della parrocchia Notre Dame du Piémonte messaggi di sostegno da tutta la Francia. Ci poniamo e poniamo una domanda perché mons. Molères, vescovo del posto dal 1986, e a conoscenza di questa situazione da molti anni, ha condannato una situazione che conosceva e sulla quale aveva chiuso gli occhi? Ha avuto pressioni dall’alto o istruzioni da Roma? Alla domanda con semplicità e schiettezza risponde lo stesso padre Léon Laclau: un “amore proibito” non può e non deve essere vissuto alla luce del sole. Tesi sostenuta in una lettera intensa da Marga “nella logica delle leggi, nella logica degli uomini, tu e io dobbiamo scegliere”. La domanda ripropone così quella questione dibattuta negli ultimi anni, se alla luce della crisi di vocazioni, sia ancora opportuno mantenere in tutto il suo rigore la regola del celibato ecclesiastico.
Lo stesso Padre Laclau nel capitolo finale del suo diario sostiene: “che si può essere prete e avere una vita di coppia, una vita familiare. L’amore umano non può fare ombra all’amore del Cristo e della sua Chiesa”. Tuttavia i voti pronunciati da Padre Léon Laclau per sua scelta lo “obbligano” a vivere in povertà, castità e obbedienza e la Chiesa, come sottolinea bene la postfazione di Andrea Filloramo, non deroga in nessun caso e quindi “a un certo punto è costretto a lasciare l’esercizio del sacerdozio”.
Rimane il fatto che il romanzo-diario di Padre Laclau è una testimonianza coraggiosa di un sacerdote, simbolo, metafora di tanti altri, che vorrebbero riconosciuta la possibilità di essere “uomini come gli altri”.
Milena Privitera