di ANDREA FILLORAMO
Avranno un peso le idee di Suor Marie-Paul Ross nel Sinodo di Ottobre sulla famiglia? I Padri Sinodali hanno letto i libri di questa religiosa e particolarmente l’ultimo: “Parliamo di sesso Perché la Chiesa non deve temere l’eros” Piemme 2013? Se l’hanno letto condividono almeno in parte quanto lei scrive sulla sessualità? Ma chi è suor Marie – Paul Ross? Rispondiamo subito. Si tratta di una religiosa ma anche una sessuologa. Nata 68 anni fa, quindi nel 1947, in Canada, giovanissima, a 17 anni, entra nella Congregazione delle “Missionarie dell’Immacolata Concezione”. Studia teologia e prende il diploma da infermiera. Poi parte missionaria per la Bolivia, dove, nel cuore della foresta amazzonica entra in contatto con una povertà insopportabile e con una totale ignoranza in materia sessuale. Assiste, quindi, a bambine abusate, aborti clandestini, incesti, donne violentate dai mariti. Rileva, inoltre, che l’ottanta per cento dei preti e delle suore che viveva in America Latina ha relazioni sessuali segrete o pedofile. Decide, quindi, di diventare sessuologa, affrontando le opposizioni della congregazione religiosa, degli ecclesiastici e del mondo universitario. Sostenuta e incoraggiata, però, da Papa Giovanni Paolo II, che incontra nel 1995, ottiene il dottorato in sessuologia clinica e apre in Canada un centro terapeutico per i disturbi della sessualità. Gira il mondo per tenere conferenze e per raccontare la sua coraggiosa avventura. Ho proprio, qui, accanto al mio computer, il libro sopra menzionato e cioè “Parliamo di sesso – Perché la Chiesa non deve temere l’eros”. L’ho finito di leggere proprio oggi e a pag. 34 leggo: “Non sono d’accordo con la Chiesa su questo argomento”. È questa una brevissima frase, che inquadra il volume nella giusta prospettiva, quella di una suora non certo fedele al magistero per quanto riguarda la sessualità. Del resto, già a pag. 13 dello stesso volume aveva scritto: “Conformarmi alle regole per me è un incubo!”, e fa riferimento a temi quali la contraccezione, l’aborto, il divorzio, il matrimonio dei sacerdoti… e l’elenco potrebbe continuare. Suor Marie-Paul Ross è una suora, ma soprattutto è una sessuologa convinta che le persone “non hanno soltanto bisogno di evangelizzazione” (p. 9), bensì “hanno bisogno di qualcuno che le aiuti ad avere “una sessualità sana e responsabile” (p. 9) e scrive che “l’educazione sessuale è essenziale per mantenere un popolo in buona salute” (p. 39). In merito alla contraccezione, l’autrice afferma: “ In quanto sessuologa e donna, naturalmente sono a favore della contraccezione. Quando questa serve a vivere meglio la relazione amorosa e a godere appieno della sessualità, riveste un valore importante. Ha uno scopo liberatorio, in quanto permette di vivere senza la continua minaccia di una gravidanza e consente alle coppie di avere rapporti appaganti. L’atto sessuale ha smesso di essere destinato unicamente alla riproduzione )” (p. 122), ma anzi “tutte le posizioni e le carezze sono benvenute dal momento che ispirano meraviglia e sono consapevolmente accettate da entrambi i partner. Contrariamente a quello che pensano alcuni, non si tratta di una repressione delle pulsioni o delle voglie, ma il loro incoraggiamento nel rispetto dell’altro e del proprio corpo, dei suoi e dei nostri desideri. Non ci sono dominazione e umiliazione, ma solo piacere ed è bello!” (p. 69). Riguardo all’aborto le posizioni di Marie- Paul Ross non sono diverse. Scrive la suora: “Non sono contraria all’aborto terapeutico, ma credo che debba essere limitato ad alcuni casi ben precisi. La legalizzazione di questo intervento medico ha rappresentato un grande progresso per le donne, ma non dobbiamo sbagliare obiettivo” (p. 124). “ Il caso della donna incinta in seguito a uno stupro – prosegue l’autrice – è particolare. In questa circostanza è meglio che si faccia visitare il prima possibile: se si arriva in tempo, ci sono metodi efficaci per impedire l’inizio della gestazione “ (p. 128). A tal proposito Insomma, suor Marie-Paul non può celare che l’aborto “provoca effetti rilevanti sia a livello fisico che affettivo e spirituale, modificando radicalmente il senso della vita” (p. 124). Per quanto concerne invece l’essere fedeli, il divorzio e la castità, la suora sessuologa sostiene che “sulla lunga durata è difficile coniugare la soddisfazione fisica e una perfetta comunione nella vita quotidiana” (p. 83) e che la fedeltà è qualcosa di molto più complesso rispetto all’” obbligo di restare con il compagno o di avere un solo partner per volta” (p. 90). Il divorzio “pone problemi seri solo in presenza di figli” (p. 99), la “masturbazione di autocompiacimento è normale per chi desidera procurarsi del piacere” (p. 115). La suora ancora scrive che “ sia ora che il parroco responsabile di un gruppo di cristiani sia libero di decidere se sposarsi e creare una famiglia, come avviene per i pastori, i rabbini, i pope e gli imam, che eseguono un formidabile lavoro sul campo” (p. 178).Ed ecco infine le affermazioni poste da suor Marie-Paul Ross a conclusione del suo “Parliamo di sesso”: “ A forza di comportarsi come struzzi, di pronunciare discorsi retrogradi, alcune autorità ecclesiastiche vacillano sul loro piedistallo. […] La repressione, onnipresente nelle prese di posizioni ufficiali, non favorisce affatto lo sviluppo di individui liberi, maturi e realizzati e non ci sono dubbi sul fatto che l’inibizione di una pulsione forte come quella sessuale faccia emergere devianze. […] La mia esperienza di sessuologa e terapista mi ha portato alla conclusione che il ruolo della Chiesa non è dettar legge sulle pratiche sessuali delle persone, argomento che riguarda unicamente la loro intimità, ma difendere un’etica che deve portare a una crescita armoniosa e al benessere. Questa morale, però, deve essere rinnovata tenendo conto della complessità di una società che alla fine del XX secolo ha conosciuto cambiamenti radicali del settore della ricerca medica, dell’ecologia e della tecnologia» (pp. 160-161).Il tutto con buona pace di quei creduloni che con sacrificio rispettano ancora il sesto e il nono comandamento, convinti dell’immenso valore del ricevere in dono la vita eterna. E’ certo che suor Marie-Paul Rossi demolisce tutto il “ de sesto” e non basterebbero almeno dieci Sinodi dei vescovi per esaminare tutte le proposte da lei fatte. Ritengo, tuttavia, che la Chiesa non può arroccarsi, su posizioni anacronistiche allorchè parla di sesso e interpellare anche la scienza e, -quindi anche le proposte di Suor Marie-Paul Ross.