Presso la Sala Convegno del Comando Provinciale Novara, si è tenuta la conferenza intitolata INGANNEVOLMENTE, i cui relatori sono stati la Dott.ssa Signa Caterina, psicologa e psicoterapeuta, unitamente all’Avvocato Maurizio Cardona. Alla conferenza hanno preso parte il Comandante Provinciale di Novara, Colonnello Casadidio Giovanni, unitamente ai suoi militari. Durante la conferenza è stato trattato il tema delle truffe sia sotto il profilo giuridico che psicologico. Dal punto di vista giuridico sono state esaminate le "truffe sentimentali" o, per dirlo con il più conosciuto termine americano "romance scam", che rappresentano oggi un fenomeno ad ampia e progressiva diffusione. Trattasi di un particolare tipo di raggiro che si realizza attraverso l’abuso dei sentimenti: consiste nell’approfittare della buona fede e della genuina convinzione di persone propense a credere a fasulli atteggiamenti di attaccamento, e di finto amore al fine di ottenere vantaggi patrimoniali o altre utilità anche non patrimoniali. Ingannate e raggirate le vittime interpretano come reali comportamenti in realtà seduttivi e manipolatori poiché incoraggiate, dalla speranza di un affetto autentico, effettivo, o, spesso, poiché si trovano in una condizione di particolare vulnerabilità che spinge all’affidarsi nell’illusione di essere accolti, accettati, amati e di appartenere. Viceversa, da parte dei truffatori, tale comportamento finzionale e fraudolento viene strategicamente posto in essere al fine di ottenere benefici materiali e non materiali quali profitto (denaro, beni materiali o quote societarie e simili), vantaggi sessuali, onorificenze, aumenti di livello nella carriera lavorativa, acquisizione di diritti, quali permessi di soggiorno, cittadinanza ecc. Considerando i milioni di persone che oggi si interfacciano al mondo via web e l’enorme quantità di denaro che viene trafugato ed estorto dalle moderne "cyber truffe" è essenziale che vengano diffuse adeguate informazioni circa questa nuova frontiera di raggiri virtuali, la cui portata è ancora troppo sottovalutata, sia perchè il coinvolgimento sentimentale porta ad associare questi fenomeni a qualcosa di fatuo, che fa sorridere, sia perchè si tratta di reati astrattamente ipotizzabili, in cui è difficile dimostrare la presenza degli elementi di artificio e di raggiro. Malgrado ciò i dati parlano chiaro: la romance scam è responsabile del 10% del danaro perso per frodi on line, ed il 61% di queste perdite riguarda le donne dai 50 anni in su. A volte sono truffe organizzate da vere e proprie organizzazioni criminali internazionali e altre volte sono semplicemente condotte poste in essere da singole persone con un chiaro intento approfittatorio. Gli aspetti giuridici, infatti, si intersecano in modo estremamente complesso a risvolti relazionali e psicologici poiché le truffe, in particolare quelle a stampo sentimentale, si sostanziano ed assumono concretezza all’interno di una relazione tra persone, diretta o indiretta, e prendono forma entro un sistema complesso di processi comunicativi specificamente orientati. Oggi sappiamo che la maggior parte delle truffe romantiche avviene attraverso l’utilizzo dei social media, in primis facebook, che a marzo 2015 ha superato 1,4 miliardi di utenti, ma anche Meetic, presente in Italia dal 2002, Twitter, con più di un miliardo di account registrati, ed attraverso i numerosissimi siti web di appuntamento, ove vittime ignare si connettono alla ricerca di un amore ideale con cui vivere un futuro raggiante. Di fatto l’utilizzo di internet, dei social, dei siti di incontri, ha aumentato esponenzialmente le possibilità di contatto con altre persone; esso rappresenta una vera e propria finestra sul mondo ed offre possibilità anche a chi è timido di interagire, sotto la protezione dello schermo del pc, ma molto spesso non si tratta di protezione, piuttosto di un veicolo con cui truffatori ed organizzazioni criminali approcciano le proprie vittime. Interessanti a tal proposito i risultati degli studi della ricercatrice Susan Greenfield (Oxford University), secondo i quali l’iperesposizione ai nuovi media produrrebbe profondi cambiamenti nel cervello, un vero e proprio "ricablaggio" delle connessioni cerebrali, con le conseguenze di una netta riduzione dell’attenzione, il bisogno di gratificazione istantanea, in sostanza una regressione ad uno "stadio infantile", caratteristico dei bambini piccoli, attratti da luci brillanti e rumori e dotati di scarse capacità attentive. Dal punto di vista psicologico l’uomo come si pone difronte all’inganno? La tendenza dell’essere umano all’inganno appare connaturata, filogeneticamente collegata alle possibilità di sopravvivvenza, in termini "etno-antropologici" evoluzionistica. Essa rimanda alla celebre frase "mors tua vita mea", palese figurazione dell’egoismo ed individualismo umano. Oltre a ciò, tuttavia, in ciascuno di noi, è presente una forte tendenza all’autoinganno. Come scrisse Gandhi: " la propensione dell’uomo ad ingannare se stesso è immensamente superiore alla sua capacità di ingannare il prossimo…" Tale predisposizione agli abbagli, alle illusioni, alla fuga dalla realtà, spesso più marcata in particolari condizioni di vulnerabilità, va assolutamente tenuta presente quando si tratta il tema delle truffe "romantiche", che coinvolgono i sentimenti. Sono noti a coloro che si interessano di scienze della mente i "meccanismi di difesa", processi che la nostra mente mette in atto al fine di gestire l’ansia, di mantenere un adeguato livello di equilibrio psichico, di proteggerci da aspetti traumatici, conflittuali della nostra realtà interna (pensieri, ricordi, fantasie, emozioni) o della realtà esterna (situazioni, ambienti, oggetti…). Appare chiaro come ci si muova in una selva oscura di cavilli giuridici e difficoltà nel dimostrare l’esistenza o la fallacia dei sentimenti. Una cosa è certa: la psicologia dell’influenzamento, soprattutto nelle truffe che coinvolgono persone e sentimenti, prevede che i truffatori posseggano specifiche abilità, anche empiricamente apprese, ed un peculiare talento. Occorrono infatti abilità nel decodificare gli stati emotivi altrui (una sorta di empatia a scopo doloso), capacità di modulare la propria comunicazione, di gestire l’imprevisto, inventiva, capacità recitatorie, essere in grado di condurre un’attenta analisi del linguaggio per interagire in modo da "arrivare" alla vittima, sintonizzandosi sui suoi interessi, spostando il focus dell’attenzione da un asse logico-razionale ad un asse di affiliazione, rispecchiamento, senso di appartenenza ,che genera un importante calo delle difese. In un mondo in cui cooperazione e confronto interpersonale lasciano sempre di più il posto all’individualismo ed al virtuale e in cui l’interpretazione personale fuorviante della realtà può essere pagata a caro prezzo, il costo sociale in termini di danni patrimoniali ed esistenziali è oggi più che mai enorme. La necessità di favorire la sensibilizzazione su queste tematiche con iniziative di educazione civica, di formazione alle relazioni, in una società basata primariamente sull’efficienza, impone di affiancare al "saper fare", il "saper essere", la conoscenza delle leggi e l’autoconoscenza.
“… non dobbiamo lasciare l’educazione emozionale al caso, ma adottare corsi innovativi a scuola, che insegnino l’autocontrollo, l’autoconsapevolezza, l’empatia, l’ascolto e la cooperazione. E’ necessaria quindi una vera e propria “alfabetizzazione emozionale” che porti i bambini a vivere con intelligenza le proprie emozioni”.