Un’alleanza “inedita, ma sperimentata e, soprattutto, giusta”. Un obiettivo capace di trasformare solidarietà e accoglienza in “azioni concrete, dal ritorno inestimabile, in termini di affetto e di conoscenza”. Un insieme di competenze che si mettono al servizio, e al fianco, delle persone di buona volontà, “corretti e probi, come richiede il Codice””, affinché possano imparare “come meglio aprire il proprio animo ai più fragili tra i fragili”.
Si sfiorano le lacrime, pur nella compostezza e nell’ufficialità della presentazione all’opinione pubblica, durante la conferenza tenuta dall’alleanza nata a Messina per garantire “Un tutore per ogni minore straniero”. Si sfiorano le lacrime perché si parla del futuro di giovani segnati da esperienze di violenza e da trattamenti disumani, il cui “viaggio verso la speranza” è cominciato anni prima del loro approdo in terra di Sicilia. L’idea che mette insieme questi “alleati”, il Circolo Arci Thomas Sankara, la Caritas diocesana, la Comunità di Sant’Egidio, l’Ufficio diocesano Migrantes, è infatti quella di creare un albo di tutori volontari capaci di accogliere i minorenni migranti, quasi tutti adolescenti, in arrivo in città. Tutori che saranno formati attraverso uno specifico corso, coordinato dall’avv. Carmen Cordaro (Arci nazionale), tutori che saranno indicati al giudice tutelare affinché li approvi, tutori che, una volta aperta la propria vita all’accoglienza di questi ragazzi, continueranno a essere affiancati dall’equipe di esperti e “non saranno mai lasciati soli”.
“Non una questione tecnica – spiega Andrea Nucita della Comunità di S. Egidio – ma un fatto d’amore, e di giustizia. Che da’ risposta a esigenze vere e insopprimibili”. “Non avremmo potuto essere assenti a questo tavolo”, sottolinea il diacono Santino Tornesi dell’Ufficio diocesano Migrantes. “La questione dei minori migranti non accompagnati interroga le nostre coscienze. Nel 2014 in Italia ne sono arrivati 13 mila e di 3.550 si sono perse le tracce, sono stati 15 mila in questo 2015 e di cinquemila non sappiamo nulla più”. “Importante, anzi necessaria, collaborazione tra la Chiesa e la società civile – dice padre Giuseppe Brancato della Caritas diocesana – quando si tratta di quell’accoglienza cui continuamente ci sollecita lo stesso Papa Francesco e ancor più quando questa accoglienza riguarda ragazzi o, addirittura, bambini”. “Così la società civile si fa carico di un problema emergenziale e cerca, trova, soluzioni in grado di dare opportunità non solo ai ragazzi migranti ma anche agli stessi cittadini, che, in tanti, vogliono trovare un modo di dare aiuto”, aggiunge Patrizia Maiorana del Circolo Arci Thomas Sankara. “Un albo che, speriamo, sia anche una via per far cogliere a quanti più cittadini è possibile la grande bellezza sia dell’esperienza della tutela sia dell’affido, strumento ancora più incisivo”, conclude Carmen Cordaro prima di dare la parola a Daniela De Salvo, assistente sociale del Comune di Messina e responsabile del Centro Affidi del Distretto 26. “Gli affidi che sono stati effettuati – ricorda De Salvo – sono un numero significativo, anche rispetto alle altre città siciliane. Ed ognuno racconta una storia di immensa umanità. Basti pensare che molti dei ragazzi andati in affido da minorenni sono rimasti con le loro famiglie affidatarie anche dopo i 18 anni”.
E’ previsto un corso di formazione per chi intendesse intraprendere questo percorso, della durata di circa 20 giorni, per un totale di 4 incontri. Le associazioni promotrici vaglieranno le richieste e si faranno garanti davanti al Giudice Tutelare per la candidature che giungeranno.