Il vescovo di Messina e le tante verità di Andrea Filloramo

Gent.mo Direttore,

Leggo regolarmente IMG PRESS e ne apprezzo la grande apertura; il foglio elettronico che non risparmia, in nome della verità, di raccontare fatti, personaggi e accadimenti in modo diretto e spesso con toni poco filtrati, decisamente irriverenti.
Leggo spesso anche gli articoli del professore Andrea Filloramo perché, al di là dei contenuti che spesso non condivido, mi attrae la forma, la puntualità espositiva e la profonda cultura teologica che traspare.
Non è semplice parlare di fede se non si hanno conoscenze specifiche storiche e filosofiche; non è semplice parlare di fede se non si è emotivamente coinvolti; non è semplice parlare di fede se dentro l’anima di chi scrive non risiede pace.
Esprimo timidamente la mia opinione essendo consapevole che i contenuti delle mie osservazioni potrebbero risultare banali di fronte a tanta conoscenza.
La Chiesa cattolica sta attraversando un momento di grande cambiamento; si mettono in discussione i principi fondamentali per adattare, alla società moderna, dogmi considerati pilastri dell’antica “tradizione” religiosa.
L’ “accanito”, mi passi il termine, interesse verso le dinamiche interne ed esterne della Diocesi di Messina mi induce a riflettere….
Il Prof. Filloramo, ha ampiamento descritto, in diverse occasioni, in modo illuminante, quali dovrebbero essere i compiti di un Vescovo….un pastore, una guida, un padre spirituale, un uomo aperto al dialogo con tutti i sacerdoti della Diocesi, un uomo che guarda ai poveri, aiuta gli ultimi, un uomo che vive la fede nella carità, un uomo non vittima di interessi e ambizioni personali, umile e con un’importante esperienza pastorale vissuta….. Nessuna di queste caratteristiche pare, a suo dire, appartenesse al rinunciatario Vescovo Mons. La Piana, verso il quale non ha davvero mai risparmiato osservazioni, supponenze, conoscenze con toni talmente accesi ed eloquenti da non lasciare spazio ad alcuna immaginazione. Non entro nel merito delle singole questioni non avendo sufficienti elementi di conoscenza per giudicare o replicare. E’ chiaro però che anch’io, come tutti, mi sono fatto la mia idea.
Decisamente meno spazio è stato concesso a capire chi è, o chi dovrebbe essere, un sacerdote. Nell’immaginario di un laico è prete colui che, per scelta e per profondi convincimenti interiori, decide di dedicare la propria vita al servizio della fede e della Chiesa, intesa come comunità di credenti. Un prete dovrebbe essere in grado di vivere e indurre a vivere la fede in ogni luogo e in ogni circostanza. La fede non ha una casa, non ha le mura, non ha un confine…. La fede è un fatto dell’anima. Il prete è un uomo con la sua esperienza di vita, di cultura e di conoscenza, ed anche tutto questo va messo a disposizione del Suo ministero.
Perché, al di là del Vescovo, si continua a parlare di “frammentazione” del Clero? Perché istigare e fomentare modalità di insana competizione tra i sacerdoti? Perché non riflettere sulla possibilità che, anche da una situazione non proprio gradita, da un incarico che sembra non a misura, da una destinazione che sembra “scomoda”, non si possa trovare la forza e la dedizione di svolgere un ministero con gioia e anche con “obbedienza”?
Un Vescovo può essere una guida ma non un tutore.
La rivalità non serve, serve la consapevolezza delle proprie scelte e la convinzione di riuscire a perpetuarle anche in situazioni non facili, con il rischio di poter sempre commettere degli errori. Nessuno è perfetto! “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”.
Tutti speriamo nell’arrivo di un Vescovo “santo” che possa restituire alla comunità cristiana messinese la speranza, la voglia di credere e la voglia di vivere una fede vicina agli umili, alla carità e alla condivisione.
Una cosa mi sfugge….. il professore Filloramo da che parte sta? Dalla Chiesa o contro la Chiesa? Dalla parte del Clero o contro il clero? Dalla parte di chi ha trovato la sua pace o dalla parte di chi, come tanti, la sta ancora cercando?

La ringrazio per la Sua attenzione

Lettera firmata