di Roberto Malini
Da decenni fiumi di denaro pubblico raggiungono le ong che si dichiarano "amiche" dei bambini disagiati nel mondo. Parliamo di tanti, tanti miliardi di dollari (o euro, che dir si voglia). Eppure oggi, 28 aprile 2016, le ricerche ammettono candidamente che – come in passato – circa un miliardo di bambini sono ancora poveri, abbandonati, discriminati a causa della propria cultura o religione. Fra di loro, centocinquanta milioni di disabili. Non si è registrato alcun miglioramento economico o sociale, salvo che per una miriade di associazioni grande e piccole, i cui conti correnti, depositi e stipendi sono diventati via via più pingui. Ora le ong lanciano nuovi appelli dall’India, dall’Africa, dall’estremo oriente: "$O$: $ervono $oldi!" o quel miliardo di bambini resterà abbandonato e calato in una tragica crisi umanitaria. Si prevedono nuovi fliusi miliardari verso le stese ong e quelle che – attratte dal business dei bambini poveri, un business lucroso che fa leva sulla compassione di facciata che caratterizza l eistituzioni di tutto il mondo – spuntano sulla carta geografica come funghi. Non bisognerà stupirsi, fra dieci, venti, trent’anni, di leggere nei rapporti di fine anno delle organizzazioni "umanitarie" che – rispetto a oggi – la stessa percentuale di bambini risulterà abbandonata, discriminata, in pericolo di vita. E anche allora $erviranno $oldi, $oldi, $oldi…