Sognando di essere puri

di ANDREA FILLORAMO

Della “pedofilia clericale” ho scritto già abbastanza e ritenevo di non tornare ancora su questo tema, anche per non irritare la moltitudine dei preti che teme che parlare tanto dei preti pedofili si rischia che di tutte le erbe si possa fare un fascio e che si possa quindi, tout court, pensare che i preti tutti con qualche eccezione, siano pedofili. Questo sarebbe un pregiudizio duro a morire. Avrei mantenuto il mio impegno di astenermi dallo scrivere ancora di questa piaga che grida vendetta al cospetto di Dio, se tutte le televisioni e la stampa internazionale non avessero dato notizia che anche un altro cardinale di Santa Romana Chiesa, il Cardinale australiano George Pell, di anni 75, prefetto Vaticano per l’economia, dopo aver dovuto affrontare a fine febbraio l’interrogatorio – fiume della commissione governativa australiana sugli abusi sessuali, con l’accusa di aver “coperto” dei preti pedofili, ora aspetta di sapere se la polizia australiana lo metterà in stato d’accusa in seguito alle denunce presentate da suoi ex studenti che riguardano presunti fatti accaduti negli anni 70. Non avrei più scritto nulla se non mi fosse giunta anche la notizia dell’aumento dei casi di pedofilia dei preti su cui negli ultimi tempi si è pronunciata la Santa Sedeche informa che tra il 2004 ed il 2013, il Vaticano ha ridotto allo stato laicale, quindi «cacciato» 884 preti accusati di pedofilia. Negli ultimi anni, sono stati 3.420 i casi giunti alla Congregazione per la Dottrina della fede, fondati su accuse credibili di abusi sessuali commessi da membri del clero contro minorenni. Dal 2004, più di 3.400 casi credibili di abusi sono stati denunciati al Vaticano, di cui 401 nel solo 2013. Altre misure disciplinari sono state prese nei confronti di 2.572 sacerdoti. Tra le sanzioni minori ai 2.572 sacerdoti c’è anche l’imposizione a vivere il resto della vita in penitenza e preghiera, misura spesso usata quando il prete accusato è anziano o infermo. Una considerazione occorre farla, partendo da una domanda alquanto provocatoria: “il fatto che negli ultimi tempi, non solo i preti ma anche cardinali e vescovi siano stati accusati o addirittura condannati per pedofilia, non ci fa pensare che ci siano dei vescovi, all’interno delle Conferenze Episcopali Nazionali, che, per nascondere le loro “magagne”, non consentono di fare piazza pulita nelle diocesi di quei preti che si macchiano di questo orrendo delitto?”. A questa domanda è difficile rispondere. Credo che sia, però, giunta l’ora, in cui tutto il clero (vescovi e preti, che non hanno scheletri negli armadi) agiscano, si mobilitino, segnalino, denuncino. Non si tratta di una “caccia alle streghe”. Leggo nella Rete: “Da coloro che si proclamano predicatori di verità divine nonché strenui difensori di inconsapevoli embrioni, sempre pronti a condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe attendere quantomeno un minimo di coerenza e di comportamenti esemplari, ma evidentemente così non è”.