di ANDREA FILLORAMO
Ricevo un’email dal Sig. F.G. che si professa mio “affezionato” lettore, che dopo essersi lamentato che nella chiesa locale non c’è posto per i laici, mi scrive:
“…Vuol conoscere la carriera o il curriculum del mio parroco, basato tutto sul denaro? Da giovane era un visionario: guidava le preghiere di guarigione e chiedeva denaro; a mezza età, procurava appartamenti a tutta la sua famiglia; in età avanzata, cerca ancora denaro facendo con l’approvazione del vescovo, l’esorcista. Non è solo questa, però, la sua fonte di reddito. Bella carriera! Ma secondo lei cosa si intende oggi con il termine esorcista? L’esorcista può farsi pagare?
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Non sono l’«impallinatore» dei preti né il loro «castigamatti». Non so chi sia né voglio sapere chi è questo ipotetico parroco, che senza avere le caratteristiche previste dal Codice di Diritto Canonico, fa l’esorcista, anche se con nomina del vescovo, per soldi. Altri, possono intervenire se lo ritengono necessario.
Dato che l’autore dell’email me ne dà l’occasione, esprimo soltanto, quindi, come richiesto, la mia opinione sull’esistenza del demonio e sulla possessione diabolica.
Dico subito che ho molte difficoltà nell’accertarmi dell’esistenza del diavolo e della possessione diabolica, anche se nella Sacra Scrittura e nel Vangelo di questi molto si parla. A mio parere non è “contra fidem” ritenere che il “diavolo” del Vecchio Testamento e quello dei Vangeli possa essere una personificazione del male contro il quale i profeti e lo stesso Gesù hanno lottato. Né, tantomeno, posso facilmente contrastare chi oggi sostiene, che il diavolo, per tanti, sia una mera superstizione, frutto dell’ignoranza o, peggio ancora, l’immagine becera riverberata dalla produzione hollywoodiana, che a partire dagli anni Settanta ha prodotto l’ «Esorcista», «Rosemary’s baby», il «Presagio», etc.
Nella Cristianesimo, come in altre religioni, non sono mai mancati gli esorcismi e, quindi, gli esorcisti, cioè i cacciatori di Satana.
Risulta che il loro intervento fino all’inizio degli anni Novanta, non era sempre apprezzato dai vescovi ed era appena tollerato nelle diocesi.
È stato Papa Wojtyla, portatore di una religiosità tipicamente polacca, che ha istituito un albo per raccogliere i 250 sacerdoti che avevano l’abilitazione all’esercizio di una pratica ritenuta dal Papa necessaria, attraverso la quale si tendeva a capire la natura del disturbo “diabolico”: se, cioè, si aveva di fronte un indemoniato vero o se si trattava di una manifestazione di origine psichiatrica.
Allo stesso tempo alcune università pontificie presero a organizzare periodicamente dei corsi di aggiornamento..
In Italia e nel mondo esistono pochi e selezionatissimi uomini di preghiera che possono praticare gratuitamente questo rito: solo su nomina diretta del vescovo, previa un’accurata valutazione da parte di quest’ultimo riguardo alla preparazione, alla motivazione e all’attitudine dell’aspirante.
La nomina infine è rinnovata di anno in anno proprio per garantire che l’esorcista non perda le caratteristiche che gli hanno permesso di divenire tale.
Per poter praticare un esorcismo il diritto canonico richiede solide conoscenze scientifiche e comprovate caratteristiche di integrità, pietà e prudenza, non solo per poter affrontare il diavolo, ma anche per essere in grado di discernere con certezza una vera possessione, dall’ossessione e/o da varie tipologie di malattie mentali.
Da evidenziare che la possessione demoniaca non è una malattia riconosciuta dalla medicina o dalla psichiatria in quanto tale.
A molti che si credevano preda di una possessione demoniaca sono stati spesso diagnosticati disturbi mentali quali isteria, mania, psicosi, schizofrenia ed altri. Nei casi in cui è stato diagnosticato un disturbo di personalità multiplo (oggi chiamato disturbo dissociativo dell’identità, DDI), nel 29% dei casi i soggetti affermavano di identificarsi in un demone.
Secondo la scienza, l’illusione che l’esorcismo funzioni è da attribuire all’effetto placebo e alla suggestione..
Concludendo: oggi, purtroppo sono tanti i biechi fattucchieri ed imbroglioni in cerca di denaro, con poca attenzione alla fede e alla salute mentale. Speriamo che quel parroco non appartenga alla categoria di chi sfrutta le condizioni disperate di chi si rivolge a loro come estrema àncora di salvezza (ovviamente a pagamento). Sarebbe facile far finire questo mercato dell’imbroglio ma non si riesce nell’intento anche perché è francamente difficile affermare che l’esorcismo praticato da preti (imporre le mani, alitare sul viso o benedire) sia una “scienza” e non frutto di suggestione.