Benvenuto fra noi, popolo santo di Dio che è in Messina

Padre vescovo Giovanni,
benvenuto fra noi, popolo santo di Dio che è in Messina – Lipari – S. Lucia del Mela. Gregge a te affidato dalla Misericordia provvidente del Signore.
Ero presente anch’io il 7 dicembre u.s. alla tua ordinazione episcopale e mi sono piaciute le parole del tuo vescovo Pappalardo, con le quali ti ha descritto all’inizio della messa: “un saracusano du scogghiu” (per chi non conosce gli idiomi della Trinacria “un siracusano dello scoglio”, cioè della piccolissima Ortigia). Potrebbe diventare superfluo e offensivo domandare se sai nuotare, perché conosci sicuramente non solo la superficie del mare cristallino che circondava l’isoletta di Ortigia (oggi penisola perché collegata dai ponti di S. Lucia e Umbertino)… e chissà quante volte ti sarai inabissato nelle calde acque circostanti lo “scoglio”! Anche se a distanza di molte miglia, il tuo mare ha lo stesso nome (Ionio) del nostro, che lambisce pure lo specchio d’acqua ove si affaccia la stele della Madonna della Lettera. La nostra costa ha una conformazione diversa rispetto alla tua: non è molto frastagliata e per lunghissimi tratti (eccezion fatta per le isole eolie) non presenta scogli e strapiombi sulle acque.
Padre vescovo Giovanni, ti chiedo di insegnare a questa chiesa a sapersi immergere nel vasto mare del mondo, a non aver paura, a non rimanere sempre a galla, a pelo d’acqua…
Se tu avrai il tempo e il desiderio di guardare gli annali della nostra chiesa locale, scorgerai una costante: un numero alquanto elevato di “galleggiatori”!
Scruta con imparzialità gli elenchi dei vari consigli di partecipazione e annota con calma in un taccuino a parte le ricorrenze di certi nomi, invischiati e mescolati da diversi decenni più o meno nello stesso impasto di comando, cioè le varie stanze dei bottoni… Uomini più resistenti del miglior acciaio inossidabile, capaci di superare tutte le intemperie.
Padre vescovo, è vero che galleggiando non si rischia di annegare, ma è una vita “sanza infamia e sanza lode”. Non intendo per nulla proporti di creare una nuova razza di “supereroi”, ma di spingere al largo questa barca al soffio dello Spirito per una pesca abbondante e diversificata.
Mi permetto di segnalarti, tuttavia, che prima di tutto è necessario uno sforzo immediato per spingere la barca fuori dal pantano limaccioso nel quale si trova arenata adesso…almeno fino al bacino e lì, una volta puntellata, comincia a ispezionarla, dentro e fuori, in tutti i particolari, sezionando i componenti, i comandi, testando la tenuta… quindi potrai progettare i necessari lavori di consolidamento e funzionamento…
Ti auguro quindi “buon cammino” (come fanno gli scout), facendo molta attenzione agli adulatori che inevitabilmente incontrerai lungo la strada e che facilmente potrai smascherare. Costoro sono il volto mistificato del maligno, e, come diceva mia madre: “quannu u diavulu t’accarizza, è segnu chi voli l’anima” (questo lo capiscono anche coloro che dimorano oltre stretto).
Coraggio, padre Giovanni, mettiti al timone!

G.S.