Chi sceglie un libro religioso oggi è più giovane, più attento e curioso nella ricerca di forme di spiritualità e senso della vita. Si tratta di persone con titoli di studio superiori (il 38% con laurea o diploma), professionisti e lavoratori autonomi (per il 28%). Cambia anche il rapporto con la pratica religiosa: il 37,7% di chi legge libri di argomento religioso è non praticante e non credente.
È quanto emerge dal Settimo osservatorio sull’editoria religiosa, commissionato dall’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (UELCI) al Consorzio dell’Editoria Cattolica (CEC) in collaborazione con l’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e che è stato presentato oggi, giovedì 20 aprile, nell’ambito dell’incontro Un mercato fatto di tanti mercati. Religioni, in programma a Tempo di Libri, la Fiera dell’Editoria Italiana a Fiera Milano Rho fino al 23 aprile.
Il risultato è che i lettori di almeno un libro religioso sono raddoppiati: sono 5.700 milioni (popolazione + 18 anni, fonte Ipsos) rispetto ai 2.700 milioni del 2010 (popolazione +6 anni, fonte Istat). Il «religioso» invade sempre più i territori del linguaggio pubblico: dallo scenario geopolitico a quello della bioetica e della famiglia fino ai fenomeni mediatici legati agli ultimi pontificati. Questo cambiamento interessa non solo chi legge questo tipo di libri, ma anche dove li compera e che cosa sceglie (autori, editori ecc).
Il tema emergente di questi anni è quello della pubblicazione di titoli religiosi da parte degli editori laici. Il fenomeno ha una consistenza di fatturato importante: nel 2016 l’editoria laica ha pubblicato tre bestseller legati alle figure degli ultimi due papi.
Tuttavia se nel 2016 rispetto al 2015 sono gli editori cattolici a denunciare un peggior risultato, sul lungo periodo sono proprio quelli laici a soffrire maggiormente. Nel periodo 2016/2013 gli editori laici perdono il 17% mentre i cattolici l’11%. Segno che il tema dei prossimi anni è proprio l’identità del libro religioso fra nuovi progetti editoriali e diversi canali distributivi.
Cresce (ancora) il peso degli editori laici nella produzione religiosa. Il 26,6% dell’editoria religiosa nel 2016 è pubblicato da laici (1.449 titoli), mentre nel 2014 era il 24,1% dell’offerta. In totale sono disponibili oltre 5.400 i titoli religiosi (5.455 titoli per la precisione) e rappresentano il 7,6% della produzione complessiva.
Il mercato del libro religioso nel 2016 è di 33,5 milioni, in leggero calo del -2,9% rispetto al 2015. Aumenta il peso degli editori laici che sono il 35,2% (+7,1% sul 2015) e anche gli editori di altre fedi, ovvero il 2,5% e +13,6% sul 2015. A calare sono gli editori cattolici: -7,9% rispetto al 2015.
Gli editori laici realizzano un fatturato maggiore in rapporto alle copie vendute: nel 2016 rappresentano il 35,3% dei 33,5 milioni di venduto, mentre sulle 3,9 milioni di copie vendute sono il 20,7%. Al contrario gli editori religiosi sono il 76,9% del delle copie e il 62,3% del venduto. Questo è dovuto al prezzo di copertina mediamente più alto dei primi rispetto ai secondi.
Il canale on-line diventa sempre più importante anche per il libro religioso, l’unico in costante crescita. La vendita riguarda principalmente il servizio pastorale lasciando aperta la domanda su quale libro religioso verrà sostenuto da questo canale in futuro (problema che riguarda tutta la diffusine della saggistica).
“Le sfide sul libro religioso – ha commentato Gianni Cappelletto, Presidente di UELCI – sono molte e complesse. L’UELCI organizza incontri sui nuovi progetti per l’editoria e affronta il nodo cruciale delle librerie cattoliche, due compiti considerati impellenti e necessari”.