Il primo maggio del 1947 duemila lavoratori del palermitano, della zona di Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello, in prevalenza contadini, si riunirono a Portella della Ginestra per la Festa del Lavoro. Improvvisamente alcuni uomini, guidati dal bandito Salvatore Giuliano, spararono sulla folla, uccidendo 12 persone e ferendone più di 30.
È la Strage di Portella della Ginestra, prima strage di stato, evento spartiacque del dopoguerra che ha cambiato il corso della storia, e da molti considerato il primo grande mistero dell’Italia repubblicana: mai sono stati accertati, infatti, il movente e i mandanti.
Dell’eccidio di Portella della Ginestra si è scritto tanto, ma in questo lavoro di Mario Calivà parlano i testimoni, coloro che quel Primo maggio del 1947, tra la folla festante, hanno visto morire davanti ai propri occhi la loro gente innocente. La memoria riprende così vita attraverso la voce dei sopravvissuti alla strage: un prezioso documento di storia orale che contiene nove interviste ai protagonisti – Giorgio Bovì, Michele Maniscalco, Concetta Moschetto, Mario Nicosia, Serafino Petta, Giovanni Renda, Michele Spatafora, Giuseppe Vitanza – che permettono di andare al di là della storia ufficiale ed entrare nel vivo dei fatti, condividendo emozioni e riflessioni.
Completano il lavoro di testimonianza la ricostruzione del contesto storico di Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro, e la riflessione sulla funzione civile della testimonianza orale di Alessandro Pontremoli.
Nel solco della microstoria, Calivà ci fa vivere in prima persona uno dei momenti più bui della storia italiana e valorizza la memoria di una comunità
segnata dalla Strage.
Navarra Editore | Categoria: Saggistica | Collana: Officine 26 | Anno: 2017 | Pagine: 96 |
Prezzo: 10,00 € | ISBN: 978-88-98865-55-0 | Formato: 14×21