La chiesa rivuole il primato

Ricevo e rispondo all’email della prof.ssa M.G.

Gent.mo Professore, ogni giorno accedo a IMGPress colla speranza di leggere i suoi articoli che mi hanno accompagnato per tanto tempo e mi hanno informato su quanto avveniva nella chiesa messinese: unica voce chiara, distinta, veritiera sul disastro che ha portato alla sostituzione del vescovo. La sua voce, se ascoltata da chi aveva il dovere e l’interesse di accoglierla avrebbe sicuramente evitato il ludibrio fatto sulla stampa nazionale non solo di un uomo ma dell’intera diocesi.

Ormai il passato è passato! La prego: non parliamone più. Adesso l’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela è governata da un arcivescovo, scelto da Papa Francesco, che, dopo un “presumibile” periodo di incertezza e dopo essersi accertato di quanto è accaduto realmente a Messina, essendo una persona intelligente, non si fa condizionare dal “piagnisteo” o dalle “fantasiose” costruzioni di alcuni preti, precedentemente beneficiati, che, sentitisi “orfani”, hanno parlato di “manomissione” di documenti, di “invenzioni”, di “calunnie” e hanno gridato al complotto contro il suo predecessore. Egli, inoltre, sa cosa fare per restituire ai preti che precedentemente hanno soffertoa causa del non riconoscimento della loro dignità“umana e sacerdotale”, la tranquillità per bene operare nel loro ministero e sa accogliere tutti come sa fare un vero pastore. Egli sa bene che dal Concilio Vaticano Secondo in poi si parla di presbiterio come di una famiglia nella quale il vescovo è padre; una famiglia spirituale fondata sul sacramento dell’Ordine la cui prima caratteristica è la fraternità. Lo afferma anche la Presbitero rum Ordinis, dove si legge di “intima fraternità sacramentale” come un “rapporto costitutivo”, un “legame ontologico, prima ancora che affettivo e operativo”. Su questa linea si muoveva l’intervento dell’arcivescovo il 9 maggio u.s. durante la gita con i preti. È ovvio che il lavoro che Mons. Accolla deve svolgere è di estrema delicatezza e non privo di difficoltà, ma egli non è solo, può contare su tanti sacerdoti disponibili a seguirlo nella stessa via percorsa daPapa Francesco. Ricordo bene quel che un prete, mio coetaneo, mi confidò: “Durante l’episcopato di mons. Marra, don Giuseppe Malgioglio disse al vescovo del tempo: «Ecc.za, ringrazi il Signore perché si trova attorniato da un bel presbiterio»”. Proprio questo costituisce la più sicura risorsa, dalla quale il vescovo Accolla attingerà per avere validi collaboratori nell’esercizio del suo episcopato nella città dello Stretto.