Carissimi fedeli e concittadini dell’Arcidiocesi di Messina Lipari Santa
Lucia del Mela,
Carissimi Presbiteri e seminaristi
Gentili autorità civili e militari
Per la prima volta mi accingo a presiedere la S. Messa in occasione delle festa della nostra patrona, la Madonna della Lettera. Per me è motivo di particolare gioia spirituale ogni volta che celebriamo l’Eucarestia nelle memorie o nelle solennità della Beata Vergine Maria, sono occasioni uniche per rinvigorire ancor di più la consapevolezza e il valore del nostro essere “Chiesa in comunione”, come nel cenacolo fecero Maria con gli Apostoli: “ Entrati in città (Gerusalemme) salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concorsi nella preghiera, insieme con alcune donne e Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di Lui” (Atti 1,14).
L’inizio della vita della Chiesa , arricchita dal dono dello Spirito Santo, comincia con la presenza di Maria, la Madre di Gesù ed è caratterizzata dalla preghiera concorde e assidua.
Non vi è presenza e testimonianza di Chiesa se non con il conforto e l’intercessione di Maria che ci invita all’ascolto della Parola di Gesù e a fare “come Lui ci dice”. Così abbiamo letto nel secondo capitolo del Vangelo di Giovanni, il racconto delle nozze di Cana: “ la madre dice ai servi “ fate quello che vi dirà”.
Maria dopo aver suggerito ai servi di fare ciò che Gesù avrebbe detto loro, scompare dalla scena e vive nel nascondimento, crede fortemente che “Tutto è possibile a Dio”. L’acqua tramutata in vino apre alla gioia: il vino diviene immediatamente il segno della presenza di Dio, la vera gioia. La vera festa è “l’incontro con Dio”. Nella esperienza della gioia sta il vero mistero della Chiesa e dell’apostolato. A noi servi sta il compito di preparare le giare, di riempirle di acqua e di attendere. A noi spetta la fedeltà del servizio come se tutto dovesse dipendere da noi, ma anche la gioia di saper attendere i tempi di Dio nel dispensare in abbondanza la sua grazia.
Nel testo della lettera della Vergine ai messinesi riscopriamo il senso e il significato delle nostra venerazione e delle nostre invocazioni, invochiamo la “materna protezione di Maria sulla nostra città e per la prosperità di vita di tutti i nostri cittadini”.
Si è appena conclusa la novena di preparazione spirituale alla festa e in questi giorni, Lei la “madre della Lettera” è stata invocata come :
• Icona della “Nuova Arca” colei che porta in grembo il figlio di Dio. La recente festa della visitazione, la visita di Maria ad Elisabetta ci racconta che “appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò in grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:” Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del Mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. (Lc. 1,34 -38).
Il testo di Luca ci pone alcune domande:
Vediamo in Maria “colei che ci visita portando in sé la presenza di Gesù”? La nostra città sa esultare di gioia nel sentirsi visitata da Maria, colei che si fa presente a noi portandoci Gesù?
Le nostre celebrazioni eucaristiche sono luogo di rivelazione della presenza di Gesù consegnatoci da Maria?
Ci lasciamo stupire e convertire dalla testimonianza di carità di Maria, che visita e si mette a servizio di Elisabetta? Arricchiti dalla visita di Maria, sappiamo cogliere la presenza di Gesù per vivere bene la dimensione del servizio?
• La serva di Dio
• La Madre di Gesù Crocifisso
• La figlia della stirpe di Davide
• La figlia prediletta del Padre
• La discepola fedele di Signore
• La madre di Dio
• La madre della Chiesa
• La veloce ascoltatrice.
Un ulteriore spunto di riflessione lo vorrei offrire per il titolo dato alla Vergine come “veloce ascoltatrice”. Ella è veloce ascoltatrice di Dio e degli uomini.
L’ascolto di Maria è particolarmente evidenziato ancora dalla risposta data all’angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,38) e ancora da ciò che afferma Elisabetta in Lc. 1,45 “ e beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole dl Signore”.
Ascolto e fede si fondono, diventano vita, diventano motivo di vita e di accompagnamento umile, discreto e vero. Diventano i segni dell’obbedienza alla volontà del Padre, i presupposti di una vera comunione con l’amore salvifico di Dio per gli uomini.
Maria, ascoltatrice degli uomini, indica loro la via che conduce a Cristo. E’ la vera mediatrice, colei che accoglie loro attesa e la presenta al Padre.
Volgere lo sguardo a Maria come donna dell’ascolto non è anacronistico né tantomeno inopportuno, anzi ritengo che in Lei ritroviamo il modello che più si addice a noi , nel nostro tempo e nei luoghi e nei modi del nostro vivere.
Il modello di Maria che ascolta, che suggerisce ai servi delle nozze di Cana di ascoltare Gesù e di fare ciò che “egli dice loro” è è oggi quanto mai attuale.
Le scienze e le tecnologie hanno affinato gli strumenti più sofisticati della comunicazione che tante volte soffocano la comunione e con essa la gioia della vita, la gioia della condivisione, la gioia della carità. A volte diventano persino strumenti di morte, basta ricordare quello che sta accadendo nel nostro tempo con certi tipi di giochi on line.
Maria non delega, partecipa e coinvolge in percorsi di “vita nuova”, mette tutti in condizione di agire secondo il “dire di Gesù” Via, verità e vita.
Tutti, nell’ascolto e nell’obbedienza al Padre, diventiamo collaboratori della gioia e dell’agire di Dio.
La Vergine Madre illumini il cuore di tutti, perché, seguendo il Suo consiglio, per far rinascere speranza e gioia nelle nostre famiglie e nella nostra città, possiamo ascoltare la voce del Signore e fare ciò che Egli ci dirà.
Oh della lettera Madre e Regina……..