Casa del Clero

di ANDREA FILLORAMO

Il tema della solitudine del prete anziano è spesso trattato più come uno stereotipo che una reale dimensione della vita quotidiana. Ciò vale soprattutto per i preti inseriti in aree urbane, dove si addensano domande e bisogni spirituali e sociali numerosi e complessi. Tuttavia, fra stereotipo e realtà, la percezione della solitudine non è mai di poco conto, data la carenza di relazioni e di sostegno all’interno del mondo ecclesiale, percepita dai preti di una certa età in modo drammatico. Questo tema indirettamente è stato da me più volte sollevato, in questo stesso giornale, tutte le volte che ho sollecitato ad affrontare e portare a compimento la faccenda della “Casa del Clero”, cioè di quella mega struttura, che in tempi lontani, il grande Arcivescovo Angelo Paino, aveva predisposto, per accogliere, assistere e curare non solo i preti della arcidiocesi peloritana e che il vescovo emerito La Piana, con una insana e incomprensibile transazione fatta con i Padri Rogazionisti, dopo alterne vicende, li ha sollevati dall’impegno contrattuale, preso a suo tempo. Si spera che il Nuovo arcivescovo, che risulta sia molto sensibile a questo problema, dipani questa “matassa”. A tal proposito e per far conoscere lo stato dei preti anziani, porto a conoscenza un lungo “post” di un prete anziano della diocesi di Messina, che ho rintracciato su Facebook, regolarmente firmato, il cui nome non riporto, dato che non sono riuscito a rintracciarlo per averne la necessaria autorizzazione.
“Si viveva in Seminario attendendo di divenire preti… Si pensava…si programmava… tutto era bello…Poi si è stati scaraventati nella vita parrocchiale e i bei sogni sono stati infranti dalla realtà.
Incomprensioni, falsità, … si è toccato con mano che tra il dire seminaristico e il fare tutto è diverso…. I superiori che dovevano essere punti di riferimento, più corrotti e compromessi con un sistema del vivi e lascia vivere. La giovinezza, però, dava la grinta di lottare e di andare contro corrente: c’era sempre qualcuno che credeva in te, vescovo compreso…Col passar del tempo, però, mancando questo sostegno il terreno sembra mancare sotto i piedi… Coloro con cui condividevi sogni e progetti ti voltano le spalle… ma ormai ci hai fatto il callo. E continui ad andare avanti. Quando però ti arriva addosso una tegola che neppure immaginavi – a causa del falso comportamento di uno che doveva essere secondo la PO e la CD "Padre, fratello, amico" – allora guardi la vita, la tua vita, con occhio diverso. Non ti rammarichi di ciò che è successo, ma pensi come ciò che afferma la Chiesa nei documenti è solo e semplice "populismo". Di tutto ciò che è scritto nel Concilio neppure un jota è autentico: solo tornaconto personale. E che dire di tutto ciò che dice Francesco? Solo parole sparse al vento. Appena pronunciate, sono già andate cancellate. "Un anziano va rivalutato"…. "un anziano – nella nostra chiesa locale, – va emarginato". "Un anziano deve sapere che la sua vita, la sua esperienza deve essere messa a servizio"…. "un anziano deve sapere che nella nostra chiesa locale non le resta altro che una stanzetta di Collereale (con € 1500, escluso spese di medicinali e varie) in attesa di essere deposto in via Catania". "Un anziano deve essere aiutato a vivere il suo sacerdozio"… nella nostra chiesa locale "un anziano deve rinchiudersi in una cella, nel silenzio… a meno che non abbia l’hobby della musica e trascorrere come un drogato tutto il giorno a sentire musica".La sua vita? A chi interessa? Chi ha cura di lui? Solitudo, beata solitudo. Ma potevano dirlo prima, almeno una si rinchiudeva a Serra S. Bruno e viveva con altri confratelli la beata solitudo. Il nuovo arcivescovo? Penso che non abbia alcuna idea chiara … sembra il nuovo maestrino con il compito di bacchettare … che rimpolpa i suoi interventi di populismo come polpettoni… ma che non sa guardare alla sofferenza di coloro che hanno speso la loro vita a servizio di una chiesa con l’idea di rimanere sulla breccia sino all’ultimo respiro. Ma la chiesa è capace – come nel passato – di strumentalizzare preti e uomini per poi dopo averli distrutti erigere in loro memoria panegirici che non servono più… ma che continuano a manifestare la falsità di chi ha ricevuto il carisma del servizio perché nessuno di quelli che a lei – nei suoi vescovi – sono stati affidati.
Loro, vescovi, hanno già pensato al loro domani… hanno dove essere serviti e riveriti… perché interessarsi della plebe? Ma ciò che sarà domani è già nell’oggi. I vescovi – o meglio il vescovo si preoccupa se i suoi preti ogni giorno vivono nella serenità, se mangiano, se hanno la più elementari comodità, se vestono dignitosamente …. Ma sì; loro camminano in macchina (tutto spesato dalla diocesi); tornano a casa e hanno già tutto pronto: hanno una servitù (pagata dalla diocesi) che ha pulito casa, preparato da mangiare … che importa se un sacerdote non riesce a sbarcare il lunario: quanti operai, quante famiglie vivono in questa situazione…
Se sono malati, se sono ricoverati tutti si preoccupano, vanno a visitarli… si mette subito in moto l’ufficio sostentamento del clero per ricevere il contributo dell’assicurazione… tutto è efficiente per il vescovo. Ma di un povero parroco di campagna, ricoverato, nell’impossibilità di camminare, ma sempre sul campo di lavoro chi vuoi che si interessi? L’ufficio di sostentamento? Tutto sotto silenzio. Solo perché due preti ci siamo interessati perché potesse avere quello che gli spettava, il direttore dell’ufficio ci ha tolto il saluto: abbiamo scalfito la sua autorità! Ma se hanno richiesto che un prete – e la curia era a conoscenza che si era ritirato dalla nipote (e chi non ha nessuno?) per un ictus che gli impediva di camminare – andasse da loro per firmare le carte? Se fosse stato il vescovo non avrebbero atteso di essere avvisati, ma sarebbero andati subito in processione da lui con tutte le carte, portando sicuramente anche la penna per firmare. E poi mi dicono che c’è fraternità sacerdotale! Ma forse tra gli animali c’è più compassione. Eppure condividiamo la stessa parola e ci nutriamo dello stesso Pane e Sangue… ma, forse, anche queste realtà sono solo falsità: altro che con questo nutrimento lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. Ancora falsità!!!!!!”